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La fuliggine coprì 200 ettari e 2000 capi Bonifiche? Nessuna

La fuliggine coprì 200 ettari e 2000 capi Bonifiche? Nessuna

I consulenti della Procura: non ci sono rischi immediati Pioggia e vento hanno rimosso in parte il manto nero

11 maggio 2014
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OTTANA. L’inquinamento ambientale è accertato, ma al momento, secondo i tre esperti nominati dalla Procura, non ci sono pericoli per le persone e gli animali. Eppure, nonostante l’esclusione di questa ipotesi, nella prima perizia sul caso pecore nere c’è una parte che lascia l’amaro in bocca. «Non si è però in grado di valutare – scrivono i consulenti – quali possano essere le conseguenze che pur remote possono prodursi sull’ambiente, e in particolare sulle acque». Sono proprio l’ ambiente e l’acqua, dunque, le due grosse incognite per il futuro della zona. Gli stessi esperti mettono le mani avanti: non siamo in grado di dirlo. Ma l’inquinamento, spiegano, c’è stato.

Tra i quesiti che un anno fa la Procura di Nuoro aveva loro posto, c’era anche quello di capire cosa sia successo, nella zona interessata dal fenomeno, fino a questo momento. Se il manto di carbone sia o meno rimasto nella zona, e se eventualmente qualcuno o qualcosa lo avesse rimosso.

La conclusione dei tre consulenti, anche sotto questo aspetto, è netta. «Per risanare l’area interessata dall’inquinamento – scrivono – e impedire la diffusione nell’ambiente delle sostanze inquinanti rilevate, di fatto non è stata adottata alcuna misura di bonifica, né di tutela, da parte di Ottana Energia o di altri soggetti privati o enti». E secondo i consulenti, questa bonifica non c’è stata perché nessuno si è «assunto la responsabilità dell’evento, né nessuno dei proprietari dei terreni interessati dal deposito del materiale carbonioso si è assunto l’onere della rimozione del materiale».

Accertato questo dato, insomma, cosa è rimasto nell’ultimo periodo del manto nero di un anno fa? È stato rimosso, dicono i tre esperti. E dove non ha voluto l’uomo, ha potuto la natura. «La rimozione del materiale – scrivono – è stata progressivamente effettuata dal vento e dalla pioggia. Infatti, in data 11 maggio 2013, quando era già trascorso circa un mese dall’evento, si osservava che sulle superfici prive di asperità, erano presenti solo delle puntinature scure».

I terreni che erano stati avvolti dal manto nero, l’anno scorso, avevano un’estensione di circa 200 ettari. Mentre i capi di bestiame interessati erano circa 2000 e su molti di essi erano stati prelevati i campioni che sono stati analizzati dal collegio incaricato dalla Procura. Per gli animali, tuttavia, dicono gli esperti, così come per gli uomini, «le concentrazioni di microinquinanti rilevate mediante le analisi chimiche permettono di escludere la presenza di un pericolo per la salute delle persone e gli animali residenti o stazionanti nelle aree indagate». (v.g.)

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