La Nuova Sardegna

In arrivo per l’estate il supertreno che collegherà Sassari a Cagliari

di Luca Rojch
In arrivo per l’estate il supertreno che collegherà Sassari a Cagliari

L’assessore Massimo Deiana: «Lavoriamo per farlo entrare in servizio da subito». Ma il locomotore è bloccato in un paesino della Repubblica Ceca per alcuni test

11 maggio 2014
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SASSARI. Gira depresso in tondo, in un uno sperduto anello di binari della repubblica Ceca. Il treno del futuro che rivoluzionerà i trasporti in Sardegna è rimasto ostaggio della burocrazia. Deve superare il collaudo per poter sfrecciare sulle strade ferrate dell’isola. Ma prima della fine dell’estate collegherà Sassari con Cagliari. Parola dell’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana. Lui è impegnato in una battaglia per portare il locomotore da subito in Sardegna e far partire la rivoluzione dei trasporti.

Il ritardo. I treni comprati dalla Regione sembravano finiti in un binario morto. Gioielli di carta, bruciati con la benzina delle promesse. I locomotori veloci pensati da Renato Soru e presentati da Ugo Cappellacci erano scomparsi. Spariti nel gorgo di inchieste, campagne elettorali, caos dei cieli e cartelli dei mari. La Regione ha pagato 50 milioni di euro per avere otto treni con motore diesel. Fatti su misura con abilità sartoriale dalla spagnola Caf. Una società leader che costruisce motrici e carrozze per la Renfe iberica e per la compagnia di trasporto su rotaie algerina.

Tutti in carrozza. La commessa annunciata con grande clamore dalla giunta Cappellacci nel 2010 era finita nel silenzio. I più curiosi sono riusciti a sapere che un treno della Regione gira in tondo a Velim, comune di 2mila abitanti nel cuore della repubblica Ceca, nella Boemia centrale. Un altro è fermo vicino a Firenze. Il giallo della frecciarossa tutta sarda è risolto in un attimo dall’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana. Che parte con una promessa. «Entro la fine dell’estate metteremo un treno sulla linea Sassari-Cagliari – spiega Deiana –. In ogni caso lo faremo entrare in servizio». La massima cautela dell’assessore è legata alla difficoltà nel far arrivare il treno in Sardegna. «Sette treni su otto sono già pronti – spiega l’assessore –. I primi due sono in fase di collaudo. La cosa è un po’ complessa. Sono fatti su misura dalla Caf per il nostro sistema ferroviario. Per questo devono avere una doppia abilitazione. Prima a livello europeo. Nella repubblica Ceca c’è un circuito internazionale in cui si provano i treni e l’autorità europea per la sicurezza dà l’abilitazione. Ma non basta, si deve fare un secondo collaudo in Italia, a Firenze, in cui al treno viene dato il via libera per circolare nel sistema ferroviario italiano».

La sfida. I tempi sono un po’ lunghi. Tutta burocrazia. «I treni sono modernissimi, sono stati costruiti su misura. Possono portare 204 persone e raggiungono la velocità di 160 chilometri all’ora. Si inclinano in modo particolare in curva, questo gli consente di avere una velocità di crociera più alta. L’obiettivo è partire prima della fine dell'estate. Voglio mettere almeno un treno in servizio. Ma non è semplice». Da Cagliari a Sassari dovrebbe impiegare meno di due ore.

I treni non sono tutti identici. Due sono più piccoli e hanno quattro scompartimenti, gli altri sei sono più lunghi e arrivano a sei. I vettori hanno un sistema di oscillazione “Sibi” che consente al treno di affrontare anche le curve a velocità sostenuta. I vagoni sono dotati di tutti i comfort. In teoria si potrà anche lavorare all’interno dei vagoni. A costruire i treni è stata una società spagnola, la Caf, Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles, che da anni serve le ferrovie del suo paese ed esporta i suoi treni anche all’estero. La Regione ha dato l’appalto alla società per costruire i locomotori su misura, ma serve il collaudo. E questo ha dilatato i tempi.

L’acceleratore. Deiana sembra deciso a sbloccare la lentezza della burocrazia. «Andrò di persona a vedere il treno. Cercherò di capire perché non siamo ancora riusciti a farlo arrivare qua. I tempi sono stretti, anche perché il personale dovrà imparare a guidare questi nuovi treni».

Il collasso del tpl. Deiana non ha paura di lanciare anche un allarme legato al sistema del trasporto pubblico locale. «Fino a quest’anno la Regione ha speso 180 milioni di euro tra Arst, società municipalizzate e privati che assicurano il trasporto pubblico – spiega Deiana –. Un lusso che non ci possiamo più permettere. Posso dire che da questo momento non sarà più lo stesso. Tutto cambierà». Deiana non spiega in quale modo vuole tagliare i costi. «Non c’è nessuna reticenza. In questo momento studiamo con attenzione il complesso delle spese. Dobbiamo razionalizzare, eliminare i doppioni, gli sprechi. Saremo oculati nella spesa fino a essere pedanti. Ma è l’unico modo per salvare la qualità del servizio e restare all’interno dei limiti di spesa che ci impone il bilancio. È chiaro che dovremo rivedere molti aspetti del nostro sistema di trasporto pubblico locale e in particolare molte spese che oggi vengono affrontate. Non voglio anticipare nulla. Anche perché non abbiamo deciso nulla. Per ora siamo in una fase di raccolta e valutazione. Poi si dovranno decidere le priorità».

La Regione si trova non solo a sovvenzionare le rotte navali e aeree per la continuità territoriale, ma deve anche gestire i costi del trasporto pubblico interno, almeno in parte. Non solo attraverso l’Arst, ma anche nei vari comuni in cui è attivo un sistema di trasporto urbano. A questo si devono aggiungere i contributi a chi svolge da privato un servizio pubblico. Una torta rimasta ora senza impasto.

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