La Nuova Sardegna

Patch Adams globetrotter dell'amore

di Gabriella Grimaldi
Patch Adams globetrotter dell'amore

Il medico del sorriso, inventore della clown terapia, a Sassari per raccontare come curare con la solidarietà

10 maggio 2014
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SASSARI. Chi lo definisce un figlio dei fiori sicuramente non sbaglia. Patch Adams lo è nel look, con i lunghi capelli bianchi legati in una coda, l’orecchino pendente, la camicia gialla a pois e i pantaloni oversize coloratissimi. Lo è nella testa, con la sua filosofia tutta “love & peace” che ieri ha illustrato in un palalazzetto dello Sport stracolmo di persone. Lo è nella vita, che da medico fuori dalle regole, ha dedicato a quella che è stata battezzata come clownterapia, la terapia del sorriso, una definizione che lui considera riduttiva «se non orribile perché finisce per nascondere un concetto molto più nobile» ma che lo ha reso famoso in tutto il mondo.

Sul suo esempio infatti in tutto il pianeta si è diffusa la pratica del prendersi cura degli ammalati con un approccio totalmente diverso da quello della medicina ufficiale. Sistema che lui ha sempre avversato fin da quando, nell’università della Virginia dove si è laureato, mise a dura prova le rigide regole del college infiltrandosi non autorizzato nei reparti per assistere in modo originale e pieno di humour i malati terminali e i bambini gravi. Una battaglia che Patch Adams non ha mai abbandonato e che lo ha portato a fondare un istituto, il Gesundeheit!, dove cura dagli anni Settanta le persone in forma totalmente gratuita.

«Obama è una brava persona – dice il medico statunitense – ma non è riuscito a scalfire il business della medicina e dei farmaci. Mi vergogno di far parte di un Paese, il più ricco al mondo, nel quale i pazienti sono visti dai medici come un potenziale vettore di cause di risarcimento. Persone da cui guardarsi e non da aiutare con la compassione. La chiave di tutto invece è nell’amore, unico antidoto al dolore e alla malattia». E sull’amore Patch Adams ha basato la conferenza di ieri al Palazzetto.

Ha coinvolto le centinaia di ragazzi delle scuole superiori e dell’università che lo volevano ascoltare in “esercizi” faticosi di contatto fisico (un lungo abbraccio a due o a tre nel silenzio più assoluto) e di riflessioni sui veri valori dell’esistenza. «Alzi la mano chi ha in mente una cosa più importante dell’amore nella propria vita», «Vediamo insieme quale strategia d’amore mettere in pratica per essere felici prendendosi cura degli altri». Una consapevolezza che il giovane Patch ha maturato sulla propria sofferenza con diversi ricoveri in psichiatria e un tentativo di suicidio (una volta arrivò ad ingoiare venti aspirine per la disperazione).

La folla multiforme lo ha seguito tra divertimento e imbarazzo e si è comunque fatta coinvolgere da questo gigante di quasi due metri sempre pronto alla battuta. Le curiosità erano tantissime, e di conseguenza le domande, anche quella sul film ispirato alla sua storia interpretato da Robin Williams nel quale non si è affatto riconosciuto («tanto per cominciare Williams mi arriva al massimo all’ascella e quindi era difficile immedesimarsi e poi di quei 21 milioni di dollari incassati le persone che aiutiamo tutti i giorni non ne hanno visto neppure un centesimo, inoltre io sono un attivista politico e dal film non si capisce»).

Perché al di là della dei discorsi che si potrebbero facilmente classificare come fumosi o utopici, Patch Adams è stato ed è, a quasi settant’anni, un personaggio scomodo che si definisce «l’unico vero comunista al mondo». Uno che gira in lungo e in largo come un globetrotter del soccorso umano. Le sue missioni si svolgono in tutti i Paesi dove c’è sofferenza nei quali va ad assistere bambini morenti con il naso rosso da clown e tanto buonumore. «Chiudete gli occhi e concentratevi sull’amore che come singolo individuo provate per ogni altro singolo individuo dell’umanità - ha detto ieri invitando tutti a seguirlo - e provate a pensare a un mondo di pace, amore e giustizia e che questo si possa realizzare per il resto della vostra vita».

Ha parlato di intelligenza dei sentimenti per spiegare che non si tratta di pura teoria ma di una consapevolezza che ha importanti risvolti pratici nella vita di tutti i giorni. «Ciò che faccio io come medico di famiglia e ciò che faccio nella vita sono le azioni di un cittadino sano in una società sana, quello che farebbe una qualunque mamma con il proprio bambino. E invece siamo in una società malata, dove a vincere sono i giochi di pochi potenti che hanno distrutto il pianeta anche dal punto di vista ambientale». Il rimedio di Patch è l’insegnamento dell’amore a scuola, un’ora al giorno per tutti i giorni, una terapia impossibile e meravigliosa.

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