La Nuova Sardegna

Schianto a 160 all’ora: muore una ragazza

di Gianni Bazzoni
Schianto a 160 all’ora: muore una ragazza

Un 17enne alla guida dell’Opel Astra piombata su un albero a tutta velocità La vittima 19enne era sul sedile posteriore, feriti il conducente e un’amica

30 aprile 2014
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SASSARI. Una fuga verso il nulla, come tante. Stavolta con la preoccupazione dell’arrivo della pattuglia della polizia che poco prima li ha incrociati mentre vagavano per la città ormai addormentata. E allora piede sull’acceleratore, i viali della zona industriale di Predda Niedda che diventano improvvisamente sempre più stretti. La vecchia Opel Astra sw vola a 160 chilometri orari, centra un albero, si porta dietro un cartello stradale, rimbalza sul marciapiede e si schianta su un altro albero grattando via la corteccia. Marianna Oggiano, 19 anni di Cagliari ma da qualche tempo ospite della nonna a Sassari, è seduta sui sedili posteriori. Rotola e sbatte dappertutto, non fa neppure in tempo a rendersi conto di quello che sta succedendo.

La morte. Muore sul colpo. Il suo ultimo urlo si perde insieme alle grida del conducente dell’auto, un ragazzino di 17 anni (che ovviamente non ha la patente) e dell’amica che occupa il posto del passeggero, Alessandra Serra, 20 anni, sassarese anche lei. Entrambi miracolosamente illesi in mezzo alle lamiere devastate. Non capiscono più niente.

Strada 18. La tragedia si consuma alle 4 del mattino. Quell’auto dovrebbe stare in garage, è sotto sequestro giudiziario e affidata in custodia al padre del diciassettenne, anche a lui infatti era stata contestata la guida senza patente. Il minore è recidivo, a marzo era stato già fermato alla guida di una moto senza il permesso di guida. Girare per la vecchia Sassari a bordo di un’auto «proibita» ha il sapore della trasgressione, quella che porta troppi giovanissimi a non rispettare le regole e a cercare sfide inutili. Così, alla vista della polizia scatta la molla, la paura di essere fermato, e poi di essere scoperto dai genitori che non sanno niente. E allora via a folle velocità: la Opel Astra bianca entra contromano nella strada 18 di Predda Niedda, percorre circa 60 metri come un siluro senza controllo. Comincia a carambolare da una parte e dell’altra.

Il silenzio. Dopo il fracasso di un minuto e mezzo, il silenzio della morte. Il ragazzino guarda la ragazza al suo fianco, si volta. Marianna Oggiano non risponde più. Secondo il medico del 118 è morta sul colpo per le gravi lesioni riportate in quella vecchia scatola volante priva di airbag. Inutili i tentativi di rianimarla. La resa è dietro i gesti di chi è costretto a fermarsi, non c’è più niente da fare. Il corpo della ragazza viene coperto con un telo bianco. Contusioni lievi per Alessandra Serra e per il diciassettenne sempre in movimento che la passione della guida la coltiva da ragazzino.

La polizia. La pattuglia della polizia non è lontana dopo l’ultimo avvistamento ha provato a stare dietro quell’auto bianca, per capire cosa ci fanno tre giovanissimi in giro alle quattro del mattino. Quando arrivano gli agenti, la strada 18 sembra un campo bombardato: ci sono pezzi di vetro e parti metalliche ovunque. Puzza di carburante e gomma bruciata, umidità che toglie il respiro. Comincia la presa d’atto di una incredibile tragedia.

I soccorsi. Insieme agli operatori del 118 arrivano i vigili del fuoco e le pattuglie della polizia stradale coordinate dal dirigente Giacinto Mattera. La zona viene delimitata con il nastro biancorosso. Iniziano i rilievi, la notizia arriva alle famiglie. Si precipita il fratello del ragazzino che era alla guida dell’auto. Urla disperato, dice che bisognava evitare una cosa simile. «Dovevano fermarlo...Non è possibile...».

Le indagini. Le indagini si sviluppano su più fronti. Dare un senso a una storia del genere è impresa complicata, quasi impossibile anche per chi ne ha viste tante. Soprattutto perché c’è di mezzo la vita di una ragazza di 19 anni che aveva condiviso con l’amica e l’autista minorenne il giro notturno cominciato nel centro storico e finito tra i capannoni di Predda Niedda. I primi test offrono qualche conferma: il diciassettenne è positivo al test tossicologico (per la cannabis), niente alcol. È lui stesso a confermare la velocità raggiunta in quella strada che non poteva accogliere senza danni quell’invasione violenta: «Sì, 150-160», dice.

I reati. La polizia stradale contesta i reati di omicidio colposo, guida senza patente e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il ragazzino, difeso dall’avvocato Marco Palmieri, deve attendere le valutazioni del sostituto procuratore Roberta Pischedda, titolare dell’inchiesta. Il corpo di Marianna Oggiano viene rimosso quando è già l’alba e trasferito all’istituto di Patologia forense per la perizia da parte del medico legale. La città comincia a svegliarsi. C’è chi chiede: chi è? «Una ragazza di 19 anni, le basta?». No, c’è la seconda parte della domanda: Perché? Non c’è risposta.

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