La Nuova Sardegna

Sa die de sa Sardigna, tre giorni di eventi e di orgoglio identitario

di Sabrina Zedda
Sa die de sa Sardigna, tre giorni di eventi e di orgoglio identitario

Da oggi la festa per i 220 anni della cacciata dei piemontesi. Graverà sul bilancio della Regione per centomila euro

27 aprile 2014
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CAGLIARI. Tre giorni densi di dibattiti, rievocazioni storiche, celebrazioni istituzionali per ripercorrere l’orgoglio sardo nel ricordo della cacciata dei piemontesi. Da oggi, sino a martedì, la Sardegna intera sarà in festa per celebrare, nel 220° anniversario dei “Vespri sardi”, la giornata del popolo sardo in “Sa die de sa Sardigna”.

Messi in campo anche stavolta pochi fondi a causa della crisi e del poco tempo a disposizione, come lo scorso anno la manifestazione si presenta all’insegna dell’austerità, ma sempre nel rispetto della tradizione. Con diversi momenti che toccheranno il clou domattina (ore 11) nel Palazzo del Consiglio regionale, a Cagliari, per una commemorazione ufficiale, e altri organizzati dalla Regione insieme a enti scuole di tutta l’Isola e, al di là del Tirreno, anche da diversi circoli dei sardi.

«La sobrietà ci è stata imposta dal particolare momento di crisi- ha detto ieri, presentando Sa die de sa Sardigna 2014, l’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino- Quella che è stata messa in piedi è una manifestazione che non si discosta molto dalla festa dell’anno scorso».

Il primo appuntamento è in programma già questa mattina a Cagliari, alle 10.30, in piazza Palazzo 8e la sera alle 21 a San Gavino, la compagnia Il Crogiuolo proporrà “La congiura di Palabanda”, spettacolo scritto da Luciano Marrocu, che ripercorre, con tanto di attori in costume del tempo, la fallita insurrezione del 1812 con cui si chiude (idealmente) la stagione dei moti rivoluzionari in Sardegna, iniziata il 28 aprile 1794. Fu proprio quel giorno che, in una Cagliari ancora sabauda, la borghesia cittadina riuscì a portare a compimento, con il coinvolgimento della cittadinanza, la rivolta contro i piemontesi, rei di non voler concedere l’accesso a numerose cariche o una maggiore autonomia dal potere centrale. Fu solo l’inizio, perché quella prima rivolta fu seguita da altre in città come Alghero e Sassari.

E proprio Sassari sarà il centro del secondo appuntamento di oggi: alle 17, in piazza Tola, è in programma una serata di animazione musicale e teatrale con i bambini del Primo circolo didattico San Donato e il gruppo folk “Thattari”. Sempre qui la compagnia Bocheteatro proporrà lo spettacolo “Mialinu ‘e caprinu”, tratto dal romanzo di Michelangelo Pira “Sos sinnos”, con musiche originali di Giovanni Battista Giordano e i Tenores Nostra Sennora de Musserrata de Ulìana.

Domani, la ricorrenza sarà celebrata dal Consiglio regionale che si riunirà in una seduta straordinaria. La giornata proseguirà alle 16.30 con un convegno nella Biblioteca Regionale di viale Trieste che, con l’occasione, sarà intitolata all’archeologo Giovanni Lilliu. Dalle 19, invece, nel Parco della musica (sempre a Cagliari) animazione musicale.

Martedì 29 aprile, Sa die de Sa Sardigna prevede un doppio appuntamento, alle 17.30, a Nuoro e Oristano. Il capoluogo barbaricino, negli spazi dell’Istituto superiore etnografico della Sardegna, ospiterà il convegno “S’isre po sa Die de sa Sardigna”. Anche in questo caso sarà l’occasione per intitolare l’Auditorium al Sardus Pater Giovanni Lilliu.

A Oristano, invece, nella sede del Comune, sarà presentato il Cros, acronimo che indica il nuovissimo “correttore regionale ortografico in sardo”.

La “Giornata del popolo sardo” costerà intorno ai 100 mila euro: 70 stanziati dalla Regione ad hoc, a cui si aggiungono i 34 mila dei fondi per iniziative nelle scuole. «Mi piacerebbe che in futuro la manifestazione sia progettata proprio insieme con le scuole – ha aggiunto l’assessore Firino –. Credo che una giornata come Sa die de sa Sardigna serva a far riscoprire agli studenti un senso di appartenenza e di coraggio».

L’assessore ha parlato anche dell’insegnamento del sardo nelle scuole: «La lingua sarda nelle scuole continuerà a esserci. Ora per prima cosa, è necessario fare un esame dei risultati finora raggiunti». Per l’assessore Claudia Firino, infine, la presentazione de Sa die de Sa Sardigna è stata per anche l’occasione per parlare di una legge regionale sull’istruzione: «Mi stupisce che sulle scuole non ci sia una legge che permetta di sfruttare al meglio l’autonomia regionale. Dotarsi di una legge in tal senso sarebbe importante per costruire un quadro normativo che tenga conto della specificità dell’isola e di quelle altre sue caratteristiche di cui, una legge nazionale, non potrebbe occuparsi».

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