La Nuova Sardegna

l’iniziativa della fasi

Emigrati e studenti fuori sede, grande aiuto agli alluvionati

di Claudio Zoccheddu
Emigrati e studenti fuori sede, grande aiuto agli alluvionati

SOLARUSSA. Mentre la Sardegna iniziava a contare i danni causati dal ciclone Cleopatra, i circoli dei sardi sparsi in tutta I’Italia si animavano per dare una mano d’aiuto. Era il 19 novembre, il...

27 aprile 2014
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SOLARUSSA. Mentre la Sardegna iniziava a contare i danni causati dal ciclone Cleopatra, i circoli dei sardi sparsi in tutta I’Italia si animavano per dare una mano d’aiuto. Era il 19 novembre, il giorno dopo la tremenda alluvione. Ieri la Federazione delle associazioni sarde in Italia (Fasi) è arrivata a Solarussa, uno degli 82 comuni alluvionati, per presentare l’elenco dei progetti che verranno realizzati con i fondi raccolti dagli emigrati negli ultimi quattro mesi.

«Grazie all’impegno dei soci dei settanta circoli dei sardi sono stati raccolti 220mila euro – ha detto ieri la presidentessa dalla Fasi, Serafina Mascia – che serviranno per finanziare dodici progetti che possano essere in grado di ripristinare le normali condizioni di vita e di lavoro per le famiglie e per le imprese». La Fasi, dunque, sarà promotrice di interventi strutturali sui beni pubblici e sociali per sostenere gli alluvionati di Torpè, Olbia, Solarussa, Uras, Oliena, Orosei, Lodè, Terralba, Onanì, Bitti e Sardara. Dagli emigrati, però, non arrivano solo soldi. «Grazie all’impegno degli studenti sardi fuori sede – ha aggiunto Serafina Mascia – abbiamo inviato venti furgoni carichi di derrate alimentari e due tir carichi di pannolini e altri generi di prima necessità». La solidarietà, dunque, ha superato anche le barriere geografiche in tempi ristrettissimi. Un dettaglio ricordato da tutti gli amministratori, che, nel frattempo, hanno approfittato della presenza dell’assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, per ribadire il loro punto di vista sulla ricostruzione del post alluvione: «Le nostre risorse sono vincolate dal patto di stabilità e non possiamo spenderle per riparare i danni dell’alluvione. Dobbiamo sfuggire a questo blocco, Stato e Regione devono darci la possibilità di mettere in campo perlomeno le nostre forze». Erriu si è impegnato a risolvere le difficoltà organizzative evidenziate nel post alluvione e a riorganizzare la Protezione civile sarda, collegandola con il sistema nazionale.

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