La Nuova Sardegna

Ritorno della malaria, l’Oms avverte: il rischio è europeo

di Kety Sanna
Ritorno della malaria, l’Oms avverte: il rischio è europeo

Il clima cambia, nuova allerta nell’Europa mediterranea. Continuano a migliorare le condizioni del trentenne nuorese

25 aprile 2014
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NUORO. È ancora ricoverato nel reparto di Malattie infettive del San Francesco il trentenne nuorese affetto da malaria, arrivato nei giorni scorsi al pronto soccorso con febbre alta e fortissimi mal di testa. Le sue condizioni continuano a migliorare mentre si attendono i referti degli esami dei campioni inviati all'Istituto superiore di Sanità che specificheranno la tipizzazione della malattia.

Oggi, ricorda l'Oms, si celebra il World Malaria Day. Metà della popolazione mondiale, 3,4 miliardi di persone, è a rischio malaria, una malattia che ogni anno uccide più di 600mila persone, soprattutto bambini, e potrebbe invece essere eradicata se ci fossero abbastanza fondi. I casi di malaria nel mondo nel 2012 – spiega l'agenzia – sono stati oltre 200milioni, e hanno interessato 97 Paesi. Le zanzare portatrici della malattia stanno ampliando progressivamente il loro raggio d'azione. Anche l'Europa che si va tropicalizzando per i cambiamenti climatici non è immune, avvertono gli esperti, tanto che l'European Centers for Diseases Control ha censito casi autoctoni della malattia, non di persone che l'hanno contratta in viaggio, sia in Grecia che in Spagna, mentre si attende in questi giorni la conferma per il possibile caso di Nuoro. «Il caso greco è quello più preoccupante – spiega l'esperto – perchè si è trattato di una piccola epidemia, mentre altrove in Europa sono stati casi singoli poco importanti».

In attesa del nuovo vaccino, che potrebbe arrivare nel 2015, i farmaci esistenti e gli accorgimenti come la diffusione delle zanzariere trattate con insetticida possono fare molto per l'eradicazione. «Dal 2000 c'è stata una riduzione del 40% nella mortalità per malaria – scrive Margaret Chan, segretario generale dell'Oms, nella presentazione della giornata – ma ostacoli finanziari e burocratici rimangono, soprattutto nei paesi dove il peso della malattia è più grande». L'arrivo del vaccino aggiungerebbe un tassello fondamentale nella lotta per l'eliminazione della malattia che uccide un bambino al minuto nel mondo. Proprio agli sforzi per eliminare questa patologia è dedicata la giornata mondiale dell'Oms che si celebra oggi e che mette l'accento anche sulla necessità di aumentare le risorse per investire sul futuro.

La stessa agenzia ha censito recentemente circa 20 diversi vaccini in varie fasi di sperimentazione nel mondo, il primo dei quali, quello definito dalla sigla “Rts,s”, dovrebbe passare al vaglio delle autorità entro quest'anno, per poi essere disponibile nel 2015. Anche se i risultati sono buoni, con una riduzione del rischio di contagio per i bambini che arriva al 50%, sarà necessario ma non è sufficiente a sconfiggere la malattia. «Il parassita che causa la malaria è molto più complesso dei virus, riesce a nascondersi molto bene al sistema immunitario e a mutare rapidamente – spiega Pietro Alano, esperto dell'Istituto superiore di Sanità – per questo è molto difficile ottenere un vaccino che estirpi da solo la malattia, come avvenuto ad esempio con la polio. Il vaccino per la malaria andrà sempre usato insieme alle altre misure per ottenere l'eradicazione.

L'obiettivo è difficile, ma la sola possibilità ha già mosso sforzi molto grandi, ad esempio sul fronte dei nuovi farmaci destinati a sostituire quello attuale, l'artemisinina, a cui si cominciano a vedere i primi segni di resistenza da parte del parassita».

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