La Nuova Sardegna

La Difesa cerca soluzioni per i costi dei soccorsi

di Enrico Gaviano

Il ministro Pinotti ha dato incarico agli uffici legislativi di studiare alternative: vuole evitare anche sul piano formale il conto alla Regione da 650mila euro

25 aprile 2014
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OLBIA. Ha fatto molto rumore la questione dei 650mila euro di spese che l’esercito ha rendicontato, presentando il totale alla Regione e al commissario straordinario per l’alluvione, Giorgio Cicalò. E fatto riflettere. Tanto che ieri sera dal dicastero della Difesa hanno fatto sapere che il ministro Roberta Pinotti, in persona, ha preso a cuore la questione, e dato mandato agli uffici legislativi di trovare una soluzione per il superamento dell’attuale normativa. Ma le novità non si fermano a questo, perché la stessa responsabile del dicastero della Difesa ha anche dato mandato di sospendere la relazione che le forze armate devono presentare per legge alla struttura della protezione civile, in attesa di chiarimenti.

«Le notizie nude e crude dei 650mila euro spesi – dicono fonti del ministero – possono far storcere il naso ai cittadini. Perché pagare visto che comunque l’esercito è già remunerato? Ma si devono rispettare le disposizioni di legge. Anche perché, non va dimenticato, dietro l’angolo c’è sempre la Corte dei conti che può chiedere i motivi per cui è stata affrontata questa o quella spesa. La comunicazione alla struttura di missione, rispettando in tutto e per tutto le normativa in vigore, aveva soprattutto questa finalità».

«In merito alla tragica vicenda dell'alluvione che ha colpito l'area di Olbia comunque – proseguono fonti del ministero –, il nostro dicastero ha come sempre assicurato sin dai primi momenti il concorso alla protezione civile a sostegno della popolazione e delle autorità locali per i primi soccorsi e poi nella fase di ripristino delle minimali condizioni di vita».

Dal ministero si ripete che le notizie dei costi della partecipazione si riferiscono alle ordinarie procedure amministrativo-contabili. «Procedure da tempo disciplinate per legge, volte a consentire l'attività di concorso e che nulla hanno a che vedere con le risorse destinate a risarcire le popolazioni colpite dai danni determinati dalle calamità naturali. In sostanza, su un piano si pone la tempestiva risposta delle forze armate nel fornire il concorso richiesto, che viene immediatamente e incondizionatamente assicurata, su un altro piano si pongono gli atti contabili necessari a consentire tale apporto che non hanno comunque alcuna relazione con le risorse messe a disposizione per far ripartire la vita e la crescita sociale ed economica di una popolazione provata duramente da questa tragedia».

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