La Nuova Sardegna

Per il Salone del libro Murgia contro editori e Firino sotto accusa

di Costantino Cossu
Per il Salone del libro Murgia contro editori e Firino sotto accusa

 Il web all’assessore: "Dimettiti". E lei: "Neanche ci penso"

24 aprile 2014
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SASSARI. La polemica sulla mancata partecipazione della Regione Sardegna al Salone del libro di Torino non si placa. A gettare nuova benzina sul fuoco è stata ieri la leader di Sardegna Possibile Michela Murgia, che già martedì aveva postato su Facebook pesanti accuse sia contro la giunta Pigliaru sia contro l’esecutivo Cappellacci. Stavolta nel mirino della scrittrice è entrata l’Aes, l’Associazione degli editori sardi che attraverso la sua presidente, Simonetta Castia, aveva denunciato il disimpegno finanziario della Regione e la conseguente esclusione della Sardegna dalla manifestazione torinese.

«Il problema – ha detto Michela Murgia ai microfoni di una radio privata cagliaritana – non è tanto o non è solo che a Torino non ci sarà l’Aes. Anche perché lo stand dell’Aes costava tantissimo ed era un carrozzone, visto che non era rappresentativo dell’intera filiera editoriale isolana. Era molto autoreferenziale». Murgia hai poi ricordato che cosa ha invece fatto a Torino, nella passata edizione, Lìberos, l’associazione di promozione alla lettura nata per iniziativa dell’autrice di “Accabadora”: «L’anno scorso Lìberos – ha detto la Murgia – ha dimostrato che con la metà della cifra spesa dalla Regione (25 mila contro 50 mila euro) si è potuta fare una presenza attiva, con oltre ottanta eventi. Il problema è soprattutto che non ci sarà la Sardegna e questo è grave, visto che la nostra terra è una delle più fertili a livello editoriale». E poi di nuovo, dalla Murgia, accuse Pigliaru e a Cappellacci: «La Regione di Pigliaru dimostra di non essere migliore di quella di Cappellacci: la destra finanziava carrozzoni, la sinistra toglie i finanziamenti. E meno male che per il centrosinistra la cultura era una priorità».

Per la giunta Pigliaru alla Murgia ha risposto Claudia Firino: «Avevo promesso – ha detto l’assessore alla Cultura – che mi sarei impegnata e l’ho fatto. Purtroppo la crisi finanziaria della Regione ci ha suggerito di soprassedere. D’altra parte, se politiche culturali si riducessero all’erogazione dei finanziamenti, non ci sarebbe davvero bisogno di un assessorato. Io non sono qui per fare da bancomat».

Sul web c’è stato chi ha sostenuto che dare soldi alla Aes è assistenzialismo e che gli editori devono stare sul mercato senza contare sui fondi pubblici. Ma c’è stato anche chi ha chiesto all’assessore di dimettersi. «Dimettermi? Non ci penso nemmeno – ha commentato la Firino – Non è affatto vero che sono stata sfiduciata. Non è vero che io ho proposto e la giunta ha bocciato. Noi non lavoriamo così, decidiamo sempre tutto insieme. Vado avanti. C’è tanto da fare».

E la Associazione degli editori? Simonetta Castia ha ribattuto sia alla Murgia sia alla Firino: «La verità è che al Salone del libro abbiamo sempre garantito nel migliore dei modi un ruolo istituzionale: rappresentare, in tutte le sue articolazioni, la produzione editoriale sarda. Autorefenziali perché nel nostro stand c’erano solo case editrici isolane? E chi doveva esserci, la Einaudi o la Rizzoli? Quanto al carrozzone, vorrei ricordare alla Murgia che noi, di nostro, lo scorso anno abbiamo speso appena 28.000 euro e abbiamo dato visibilità a quasi tutti gli editori sardi. Lìberos di euro ne ha spesi 25.000, ma solo per finanziare un ciclo di incontri. Allora chi è, davvero, un carrozzone?».

«Alla Firino poi – ha aggiunto la Castia – vorrei dire che se l’assessore non è un bancomat, non deve esserlo per nessuno. E che se, prima di decidere chi e che cosa finanziare, è giusto valutare la qualità delle iniziative in campo, bisogna anche che i soggetti che compiono quella valutazione dimostrino di avere le competenze necessarie».

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