La Nuova Sardegna

Scandalo appalti sulla 131, dossier della Regione in Procura

Scandalo appalti sulla 131, dossier della Regione in Procura

Ricostruita la storia dei cantieri ormai bloccati da due anni. Vertice sulla possibilità di commissariare i lavori

23 aprile 2014
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CAGLIARI. Flagranza di reato. La coda di 10 chilometri sulla Carlo Felice, a Pasquetta, è stata l’ennesima prova d’accusa. È vero: i cantieri della vergogna, tra Villasanta e Villagreca in direzione Sassari, sono proprio uno scandalo da codice penale. Si sa: la procura della Repubblica di Cagliari, sollecitata dal procuratore generale Ettore Angioni, mesi fa ha aperto un’inchiesta sulla clamorosa incompiuta. Seppure senza ancora indagati e senza neanche ipotesi di reato, dai carabinieri ha fatto già sequestrare negli uffici dell’Anas un bel po’ di documenti sugli appalti bloccati da due anni. Ma anche la Regione ha fatto i suoi passi: nei giorni scorsi, prima dell’ultima e recente via crucis pasquale, ha consegnato in Procura un dossier sui lavori bloccati. È la ricostruzione dettagliata della storia paradossale degli ormai famosi budelli-trappola (18 chilometri in tutto) in cui sono scomparsi oltre 120 milioni di denaro pubblico senza che cambiasse nulla e rimanessero solo le vecchie trincee e i cartelli di pericolo. Dall’assessorato ai lavori pubblici confermano che, nel libro bianco depositato in cancelleria, l’odissea comincia dai contratti d’appalto, vinti con un fortissimo ribasso dall’impresa Mambrini, prosegue con ben nove perizie di variante e si conclude con un contenzioso chiuso in gran segreto a Roma sul costo finale dei lavori eseguiti fino al 2012.

Sul dossier l’assessore Paolo Maninchedda si è trincerato dietro un eloquente «l’abbiamo consegnato nelle mani del magistrato che indaga», mentre è stato molto più duro nei confronti dell’Anas: «È uno scandalo senza precedenti e la Sardegna non può continuare a essere ostaggio della burocrazia e degli errori. Finora, anche con l’ultimo appalto indetto per la seconda volta pochi giorni fa, abbiamo visto solo carta ma neanche un metro di asfalto».

L’Anas più volte ha detto di aver fatto quello che le spettava e la risoluzione del contratto con la vecchia società, la Mambrini, è stato «un evento non prevedibile». Questa difesa potrebbe non bastare più da quando, all’inizio di aprile, anche dopo la clamorosa rapina a un furgone portavalori ,è stato lo stesso prefetto a dichiarare: la Carlo Felice è diventata un’emergenza economica, sociale e d’ordine pubblico. Proprio grazie a questa presa d’atto, la Regione è sicura ora di poter far pressioni proprio sull’Anas fino ad arrivare se necessario al commissariamento degli appalti. Domani l’assessore parteciperà al ministero per le infrastrutture a una riunione in cui all’ordine del giorno ci sarà proprio il futuro della Carlo Felice. «Non possiamo più aspettare – dice Maninchedda – vogliamo avere certezze sulla consegna dei lavori e non possiamo più accettare che oggi tutti gli appalti dell’Anas nell’isola siano abbandonati o incompleti». Come lo sono i due cantieri sulla 131, ma anche le lentezze esasperanti sulla Sassari-Olbia e il mancato avvio dei lavori per la nuova Sulcitana. (ua)

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