La Nuova Sardegna

Teschi nella grotta: la Procura apre un'inchiesta per omicidio

Teschi nella grotta: la Procura apre un'inchiesta per omicidio

Il ritrovamento nel Supramonte: il foro provocato da un proiettile di pistola calibro 9

15 aprile 2014
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NUORO. Un foro soltanto. Abbastanza largo da far pensare a un proiettile di pistola, probabilmente calibro 9. Il foro d’ingresso in uno dei teschi ritrovati nella grotta del Supramonte, nelle impervie campagne di Flumineddu, in territorio di Orgosolo ma verso il confine con quelli di Dorgali e Villagrande, lascia poco spazio ai dubbi. Nonostante il tempo e il pessimo stato di conservazione dei resti, almeno su quel teschio non ci sono dubbi anche da un primo sommario controllo. Secondo gli investigatori che l’hanno visto e in attesa dell’esame del medico legale, quel foro d’entrata è tipico del colpo di pistola. Niente altro è emerso, anche perché sarebbe impossibile.

Ma probabilmente è stato sufficiente solo questo elemento per convincere la Procura della Repubblica di Nuoro ad aprire un’inchiesta sul ritrovamento dei due teschi e degli altri resti umani trovati nella finora sconosciuta grotta del Supramonte di Orgosolo, scoperta soltanto per l’erosione del terreno causata dal ciclone Cleopatra.

L’ipotesi di reato è quella di omicidio ed è legata soprattutto al fatto che uno dei due teschi scoperti per caso qualche giorno fa da una pattuglia della Forestale vicino al rio Flumineddu, presenta quel foro in mezzo alla fronte, compatibile con un colpo di pistola.

Il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli sta indagando per omicidio. L’apertura di un fascicolo d’inchiesta era, del resto, la condizione per poter avviare tutti gli accertamenti necessari per far luce sul mistero delle ossa. A cominciare dall’analisi sui due teschi, sulla presumibilmente terza mascella e sugli altri resti umani sequestrati come corpi di reato. Gli investigatori vogliono capire, prima di tutto, la data quanto più precisa della morte delle persone di cui sono stati trovati i resti nell’anfratto in territorio di Orgosolo, al confine estremo con i territori di Dorgali e Villagrande. Dopo aver stabilito questo dato, gli esperti potranno poi passare al confronto del dna rilevato dai teschi con i diversi dna dei parenti dei numerosi sequestrati che non sono mai tornati nelle loro case. Ma non è da scartare l’ipotesi che la comparazione possa essere fatta anche con il dna dei familiari di altri personaggi scomparsi in circostanze misteriose negli ultimi anni, in particolare quelli legati a storie oscure mai chiarite e collegate a omicidi e faide. L’esame dei teschi e delle tre mascelle dovrebbe cominciare in questi giorni e a eseguire tutti i test sarà l’anatomopatologo Vindice Mingioni. Ma nel frattempo, gli investigatori stanno già tirando fuori dagli armadi i fascicoli di vecchi episodi di violenza accaduti nella zona e mai risolti. (v.g. e plp)

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