La Nuova Sardegna

la donna rapita e mai tornata a casa

Processo Licheri, nuovo stop

di Antioco Fois
 Processo Licheri, nuovo stop

A Perugia i giudici decideranno il 13 giugno sulla riapertura

15 aprile 2014
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PERUGIA. Il processo Licheri bis fa un passo indietro e prima che si riapra la battaglia in dibattimento le schermaglie legali si concentrano proprio sulla possibilità di riportare in aula la vicenda del sequestro dell'imprenditrice agricola di Abbasanta. La famiglia della donna, rapita nel '95 e mai ritornata a casa, ha ottenuto l'annullamento dell'istanza di riapertura di parte del processo, che la Corte d'appello di Perugia aveva accordato alla difesa di Pietro Paolo Melis di Mamoiada, condannato a 30 anni per il rapimento e detenuto a Orvieto.

Lo stop alla riapertura del processo è arrivato ieri, dopo la camera di consiglio dei magistrati chiamati a discutere una richiesta di nullità dell'istanza di Melis, presentata da Agostinangelo Marras, legale della famiglia Licheri-Leone. Il precedente via libera alle richieste del detenuto non ha retto di fronte alle controdeduzioni del legale dei familiari della vittima, che ha fatto pesare la mancata convocazione all'udienza del 4 marzo a Perugia. La discussione riprende quindi il 13 giugno, con un nuovo confronto sull'ammissibilità della richiesta di riapertura del dibattimento presentata dal detenuto, in carcere da 16 anni. Dibattito al quale questa volta prenderà parte anche il legale della famiglia Licheri, come rappresentante della parte lesa.

Quale sarà la strategia che la famiglia della donna sequestrata e scomparsa durante la prigionia decidesse di adottare in un eventuale nuovo processo non è ancora ufficiale, ma per ora appare chiaro il messaggio dell'avvocato Marras: «Vogliamo essere presenti nella vicenda e dire la nostra. Fin dall'inizio».

In caso di via libera alla riapertura del processo, l'elemento centrale diventeranno le intercettazioni che hanno incastrato Pietro Paolo Melis. Due dialoghi in sardo captati dalle microspie della polizia, piazzate nell'auto dell'allevatore di Loculi, Giovanni Gaddone, poi condannato, relative a questioni logistiche proprio sulla prigionia di Vanna Licheri.

Una nuova perizia fonica della difesa di Melis ora stabilirebbe che l'interlocutore del proprietario dell'auto piena di cimici non sarebbe il pastore mamoiadino, come decretato dal tribunale di Cagliari, che aveva emesso una condanna a 30 anni nei suoi confronti. Ma il nuovo parere degli esperti incaricati dai legali del detenuto potrà essere discusso solo se a Perugia si deciderà per un processo bis.

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