La Nuova Sardegna

Delitto di Tortolì, ricercato ancora in fuga: nel 1983 sparò a un compaesano

di Kety Sanna
Delitto di Tortolì, ricercato ancora in fuga: nel 1983 sparò a un compaesano

Anche allora si diede alla macchia, poi venne processato.

15 aprile 2014
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TORTOLÌ. Continuano le ricerche di Aldo Doa, il muratore arzanese di 56 anni indagato per l'omicidio di Silverio Usai, il trentenne di Tortolì ucciso sabato sera in un terreno nella zona industriale di Baccasara.

L'uomo, che da qualche anno vive a Barisardo, è il proprietario del piccolo appezzamento in cui la vittima spesso lasciava a pascolare “abusivamente” il suo cavallo, un anglo arabo sardo.

Gli agenti del commissariato di Tortolì, diretti dal vice questore aggiunto Leonardo Cappetta e i colleghi della questura di Nuoro, coordinati dal capo della squadra mobile Fabrizio Mustaro, che evidentemente hanno raccolto da subito elementi importanti a suo carico, sono andati subito a cercare Doa ma, già dalle ore immediatamente successive all'omicidio, il muratore si era reso irreperibile. L'ultimo avvistamento nel suo paese natale, ad Arzana, dove l'uomo ha lasciato l'auto parcheggiata davanti alla casa delle sorelle. Poi si è allontanato, forse aiutato da qualcuno.

Il fatto di sangue, classificato dagli inquirenti come omicidio d'impeto, avrebbe dunque alla base un problema di sconfinamento.

Magari altre volte Aldo Doa aveva detto all'operaio di Tortolì di non lasciare il suo cavallo nel piccolo terreno davanti al C Fadda e alla sede della Cna. E lui, probabilmente, non gli ha dato retta.

Quella sera, secondo gli investigatori tra i due potrebbe essere scoppiato un furioso litigio e alla fine il muratore di Arzana avrebbe estratto la pistola e fatto fuoco.

Lasciando la sua vittima tra le erbacce mentre il cavallo, legato a un albero, cercava di girargli attorno nervosamente.

Un episodio analogo accadde 31 anni fa. Era l'agosto del 1983 e Aldo Doa, allora 25enne, aveva attentato alla vita di un uomo. Un allevatore del paese, Efisio Usai, di 58 anni (è solo un caso di omonimia) che, a causa dell'ennesimo sconfinamento dei suoi animali nelle campagne del ricercato, in località Orzili , aveva rischiato di essere investito dall'auto di Doa che poi gli aveva esploso contro un colpo di pistola calibro 6,35 che lo aveva raggiunto ad un braccio.

L'uomo ferito se l'era cavata con pochi giorni di cure mentre il muratore si era reso irreperibile. Poi venne processato e, dopo aver pagato il suo conto con la giustizia, la sua vita era proseguita in tutta tranquillità. Fino a sabato sera.

Ora le forze dell'ordine (le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore del tribunale di Lanusei, Nicola Giua Marassi) sperano che l'uomo si costituisca spontaneamente e nel brevissimo periodo.

Intanto l'autopsia sul cadavere di Silverio Usai, che si sarebbe dovuta effettuare ieri, si terrà nel tardo pomeriggio o al massimo domani mattina: a eseguirla sarà l'anatomopatologo Roberto Marcialis. Dopodiché la salma dell’ucciso verrà riconsegnata alla famiglia. I funerali potrebbero essere celebrati domani pomeriggio nella chiesa di San Giuseppe, nel quartiere di Monte Attu.

Silverio Usai era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, dopo avere scontato un anno di carcere per droga e armi.

Aveva cambiato vita. Lo ha ribadito anche ieri la sorella Lucia, più grande di lui di diversi anni, rientrata in Sardegna di recente, precisando che “Silverio era un bravo giovane e dopo la brutta esperienza passata, aveva deciso di dedicarsi esclusivamente alla moglie e ai suoi due figli”.

Intanto anche oggi in Ogliastra sarà giornata di perquisizioni in diversi paesi e nelle campagne del circondario, in attesa che il presunto assassino di Silverio Usai si costituisca alle forze dell'ordine e, come fece in passato, affronti le sue responsabilità.

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