La Nuova Sardegna

Stefano Bollani, l’arte della seduzione

di Paolo Curreli
Stefano Bollani, l’arte della seduzione

Un successo il concerto del pianista che ha aperto al Teatro Comunale di Sassari il festival “Abbabula”

13 aprile 2014
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SASSARI. Eccolo Bollani sul palco del Comunale, accolto da un applauso caloroso, perché il pianista non è solo un ecclettico virtuoso della musica, ma un personaggio della tv, una voce alla radio. Un ruolo che in anni di concerti e chiacchiere in musica lo ha fatto diventare come l’amico che ti consiglia e ti accompagna nella scelta e nella comprensione della musica, un amico in jeans e camicia a scacchi anche per il pubblico sassarese e del resto della Sardegna che ha raggiunto il teatro con bus -navetta da Cagliari e Oristano .

E quando le sue mani sono sulla tastiera si vola, nessuno come lui sembra capace di sviscerare, sfilettare, sbollentare e servire la musica, trovando l’aggancio nell’accordo o nel colore o nella storia e nell’aneddoto. Parte come al solito senza una scaletta precostituita, è il pubblico che suggerisce – e non solo con gli ormai classici bigliettini – il pianista 42enne coglie la vibrazione ed è capace di sentire l’ispirazione che proviene dalla sala, questo è quello che ha sempre dichiarato e che nessuno fino a oggi potrà smentire perché la magia comincia da subito sul filo dell'improvvisazione. Brani che si incontrano e si inanellano, fino a un blocco della mano sinistra sulla ritmica che crea una cesura e un breve gag, applausi risate e il filo riparte subito su "America" di “West side story”. Perle di musica lungo un filo che si dipana, incontra, cita e crea per tornare sulle note del musical , una arrampicata che si conclude con una canzone dai toni intimi e dal testo surreale di Dario Fo.

Arriva la poesia semantica (senza pianista «perché costano») di Fosco Maraini, intensa e partecipata da vero fine dicitore, risate e poi la storia, un po' rivista da Maraini della formica e della cicala, musicata nella migliore tradizione romantica napoletana: varrebbe da sola il biglietto. Si ricomincia a volare, serrato e largo il fraseggio cita e improvvisa su “Samba de una nota” di Jobim, arriva a Gaetano Veloso per rincontrare il Bernstein di “Wide side story”e la sua struggente "Maria" . Siamo nel pieno della musica interpretata, riscritta, rivissuta mentre la si suona. Jazz insomma.

Arriva il bis e il momento dei pezzi a richiesta. Taccuino alla mano Bollani prende nota, e i sassaresi chiedono Tazenda e Beethoven, “Estate” , e “Garota de Ipanema”, fino al “Pinguino innamorato”. D'altronde, «sono brani nati per stare insieme» . Tutto, come sempre, sembra prezioso e struggente, intenso e divertente, perfino il "Pinguino", che in fondo, diciamocelo, è un bellissimo rag time. Grande momento, perché arriva anche "Gambale twist".

Si suona e si gioca molto sul palco del Comunale e dopo il bis un altro aereo e un altro pubblico ad attendere Stefano Bollani e un'altra magia da ripetere, questa volta dall’altra parte del globo a Macao, Cina.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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