La Nuova Sardegna

Il congresso del Centro democratico

La proposta del Cd: solo tre Asl

La proposta del Cd: solo tre Asl

Appello di Roberto Capelli alla giunta : «Più Renzi e meno Letta»

13 aprile 2014
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SENNORI. Vitamine di democrazia. Il Centro democratico scoppia di salute. Partito giovanissimo, appena un anno e mezzo di vita, ma pieno di personalità e idee. Al suo primo vero congresso si trova con un deputato, due consiglieri e un assessore regionale e diversi sindaci. Ma quello che più colpisce è la forte determinazione di un partito che nella maggioranza guidata da Francesco Pigliaru parla da leader.

Il monito. La personalità più forte è quella di Roberto Capelli. Il deputato traccia la rotta del partito. E non ha paura di lanciare un monito a Pigliaru. «Vogliamo un passo più alla Renzi e meno alla Letta».

Sanità. Capelli entra con forza su uno dei temi che sembra per ora dividere di più la maggioranza, la sanità. L’assessore Luigi Arru ha invitato i dirigenti sanitari a fare la normale amministrazione. Paolo Maninchedda ha fatto capire che il suo Partito dei Sardi non resterà a guardare sul tema. Capelli propone una rivoluzione. «Il Centro democratico è pronto a offrire alla maggioranza il suo progetto di riforma elaborato nel programma elettorale – dice Capelli –. Al posto di 12 sistemi sanitari noi ne proponiamo solo tre. Nord, centro, sud. Solo in questo modo si finirà di confondere il sistema di assistenza dei malati come un feudo elettorale». Capelli non ha paura di criticare le scelte fatte nel passato. «È stato un errore caricarci i costi del sistema sanitario e dei trasporti in cambio della difesa delle entrate. Non abbiamo più margini di spesa». E rimette al centro la politica. «La giunta deve avere competenze che non possono essere solo professionali – dice –. Deve essere anche politica. Perché è la politica che fa scelte sociali, non la tecnica». Netto anche su scelte precise. «A noi serve il metano, ma non il tubo di Galsi, meglio pensare a rigassificatori».

Turismo. A rubare la scena è l’assessore Francesco Morandi, indicato dal Cd a Pigliaru. Lui, nato a Modena, esordisce con un convinto «io sono più sardo dei sardi». «Perché da sempre amo tre cose, la Sartiglia, la Cavalcata e i Candelieri». In realtà sono tre metafore. «Il senso del nostro lavoro è in queste tre manifestazioni. Centrare la stella è difficilissimo e serve l’aiuto di tutti –dice –, allo stesso modo per fare una rivoluzione nel turismo serve il contributo di tutti. La Cavalcata mostra il meglio della tradizione dei nostri paesi, fa capire la ricchezza di cultura e storia che dobbiamo offrire. I Candelieri ricordano che la peste non c’è più. Ricordano che i cambiamenti sono possibili. Dobbiamo lavorare insieme per realizzarli. Ecco perché domani con l’assessore ai Trasporti Deiana e i vertici dei tre aeroporti sardi spiegheremo in che modo cambieremo le cose nella rete dei voli».

Il leader. Al congresso anche il segretario nazionale Bruno Tabacci. È lui ad annunciare la candidatura di Anna Maria Busia alle Europee e nello stesso tempo lancia un appello al voto. «Peccato che l’emendamento di Capelli sia stato respinto – spiega –, ma questo non ci deve demotivare. Il voto è importante. Anche perché in base al nostro risultato alle europee saremo pesati dagli alleati». Appello ribadito anche dal segretario regionale organizzativo Tore Piana. Che ha anche detto per primo che il Cd ha presentato la riforma della sanità. Raggiante il padrone di casa. Il consigliere regionale Roberto Desini è anche sindaco di Sennori. «Il nostro partito mostra già una forte maturità. In regione ci impegneremo sulle emergenze. Su tutte il lavoro e l’istruzione. Solo un ragazzo su 5 si laurea. Troppo poco». (l.roj)

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