La Nuova Sardegna

la vertenza

Meridiana conferma: pugno duro

di Guido Piga

Dipendenti in sciopero ma l’azienda vuole tagliare posti di lavoro

12 aprile 2014
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OLBIA. Il fatto rilevante non è lo sciopero dei dipendenti di Meridiana, segno della loro (legittima e comprensibile) preoccupazione per la perdita del lavoro: 1200 tagli su 1350 cassaintegrati, in larga parte piloti e hostess. Non lo è neppure l’impegno della Regione per sostenere la compagnia sul modello Electrolux, con altri anni di cassa come controproposta ai licenziamenti. No, il fatto più significativo è il comunicato stampa di Meridiana. Netto e duro come mai: “l’alleggerimento della compagnia è l’unica strada per la sopravvivenza dell’azienda”. L’ad Scaramella l’aveva detto pubblicamente. Ora c’è un salto in avanti: l’ha messo nero su bianco. O ci sono i licenziamenti (con la copertura statale, la mobilità) o Meridiana fallirà.

È una posizione - sostenuta dall’ad, condivisa dal fondo Akfed e dall’Aga Khan, ovvero la proprietà - che lascerebbe pochi margini alla trattativa, che sia politica o sindacale. Anche perché la crisi, per come è stata dichiarata e aperta dall’azienda, con il pacchetto 4x3 (quattro anni di cassa, tre di mobilità) al posto dei contratti di solidarietà (applicati in Meridiana negli anni 1997, 2002, 2005, 2007 e 2011), segnava già un percorso ben definito: il quasi dimezzamento dell’organico, pari più o meno a 2040 dipendenti.

Contro questo sbocco, ieri, hanno scioperato i lavoratori di Cgil, Csil, Usb e Apm (l’associazione dei piloti di Meridiana), che hanno manifestato davanti alla palazzina e che chiedono un piano industriale e, soprattutto, urlano no ai licenziamenti. La proposta alternativa è: dopo il 2015, anno in cui scade la cassa, si passi ai contratti di solidarietà. Lavorare meno, lavorare tutti.

Sui numeri a sostegno di questa istanza, c’è il solito balletto: per i sindacati, qualche centinaio; per l’azienda, 5 adesioni allo sciopero e 26 malattie, scrive sempre nel comunicato. Cifre a parte, i lavoratori hanno incassato il sostegno della politica, dal sindaco di Olbia Giovannelli all’europarlamentare Uggias. La Regione, soprattutto, starebbe ragionando sull’ipotesi di fornire la cassaintegrazione per altri due anni, con in cambio la rinuncia dell’azienda ai tagli.

Ma, per Meridiana, non sarebbe questa la risposta necessaria. E, con un colpo di scena, l’ha messo per iscritto. Primo: Air Italy è strategica per la salvezza. «Nella conferma della cassaintegrazione da parte del ministero - scrive nel comunicato - vi è la conferma della correttezza dell'azienda, in particolare per la valorizzazione di Air Italy che, lungi dall'avere determinato in alcun modo gli esuberi di personale di Meridiana fly, può oggi rappresentare un'occasione di sviluppo e di recupero dei livelli occupazionali, grazie alla sua maggiore capacità competitiva».

Secondo: i sindacati capiscano che i licenziamenti sono l’unica strada, insieme ad Air Italy, per salvare il gruppo. «Meridiana fa appello a tutti sindacati affinché - superando atteggiamenti strumentali, tesi alla difesa di anacronistici privilegi individuali, ormai incompatibili con la sopravvivenza dell'azienda - si adoperino per dare un futuro ai lavoratori e per fare ottenere gli strumenti di protezione sociale (mobilità, ndr)». Non è quella che si chiama un’offerta di dialogo.

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