La Nuova Sardegna

Test di medicina, studenti sotto stress

di Silvia Sanna
Test di medicina, studenti sotto stress

I maturandi: sbagliato anticipare, noi siamo penalizzati

09 aprile 2014
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Cambiano espressione quando il cancello verde è alle spalle: ecco visi pallidi che si rianimano, il passo si fa svelto, il sorriso si allarga all’improvviso di fronte a un volto amico. Dopo 100 minuti in apnea si può ricominciare a respirare. Hanno l’aria stanca e insoddisfatta, quasi tutti dicono di avere fatto una “mezza schifezza” ma chissenefrega: è finita. L’ansia da test è già un ricordo quando, tra le 12.30 e le 13, lasciano il Palasport di piazzale Segni, per un’ora e mezza guscio ovattato di silenzio. Gli aspiranti medici e odontoiatri resteranno appesi sino al 22, quando si saprà chi ha superato l’esame di ammissione alle facoltà universitarie a numero chiuso. Sino ad allora, non avranno da annoiarsi: via i libri di biologia, ecco quelli di storia e latino. Perché l’altro traguardo, l’esame di maturità, li aspetta dietro l’angolo.

Ragazzi stanchi. I più stanchi sono i più giovani. I ragazzi nati nel 1995: al palazzetto li hanno fatti entrare dalla prima porta, i diciannovenni occupano un’ala riservata del tempio biancoblù della Dinamo basket. Sono stressati ma anche incavolati. Quest’anno pensavano di potersi concentrare solo sul diploma. Invece no, perché il Ministero della Pubblica istruzione ha deciso di anticipare i test d’accesso alle facoltà a numero chiuso. Da settembre ad aprile, in un mese da sempre dedicato a interrogazioni e compiti in classe. Con i professori che, nella maggior parte dei casi, sono andati avanti come caterpillar. I racconti. È tra le prime a uscire. Niente trucco, coda di cavallo, sorridente «anche se è andata male». Fabiana Melis, studentessa al Liceo Classico di Lanusei, dice che se l’aspettava: «Ho avuto poco tempo per prepararmi al test, giusto qualche lezione privata di biologia e chimica. A scuola i professori sono andati avanti con il programma e con le verifiche. È stato complicato seguire tutto». Ma scoraggiarsi è proibito: «Quest’estate inizierò a studiare per Professioni sanitarie, l’esame è a settembre». Vuole diventare pediatra invece Giulia Angheleddu, studentessa al Liceo Classico di Nuoro: «Le domande erano tante (60) e difficili, soprattutto quelle di biologia. E io non ho studiato molto, sino a pochi giorni fa a scuola ho avuto interrogazioni in un sacco di materie. Anticipare i test non ha senso, è scorretto nei confronti di noi maturandi perché non abbiamo la possibilità di prepararci a dovere». Chissà, insinua Stefano Piras, ultimo anno al Liceo Scientifico Marconi di Sassari, che la «pensata del Ministero non abbia lo scopo di favorire i ragazzi che si sono diplomati un anno fa: sono arrivati freschi freschi a fare il test, noi invece semi disintegrati. I professori non ci sono venuti incontro, solo alcuni ci hanno aiutato organizzando lezioni di ripasso. Altri invece hanno fatto finta di niente. Questo test richiede preparazione, le domande erano quasi tutte difficili. Come è andata? Credo male». Neppure Antonio Pirisi, di Ittiri, studente al Liceo Classico Azuni di Sassari, fa salti di gioia. Lui non è tipo che si accontenta. Sotto il ciuffo ingelatinato si nasconde uno da media del 9: «In italiano, in storia ecc ecc». Dice che il test non è andato benissimo «anche se non era particolarmente difficile, le domande di cultura generale erano abbordabili». Chissà che punteggio otterrà, ma in ogni caso nessun dramma, perché «medicina non è la mia prima scelta. Vorrei fare Economia a Pavia o a Pisa – dice Antonio –. Per essere sicuro di superare questo test mi sarei dovuto impegnare di più, organizzandomi con la scuola. I miei professori non hanno considerato che alcuni di noi dovevano affrontare quest’esame: anzi, tra vacanze di Pasqua e gite primaverili, per non rimanere indietro con il programma ci hanno caricato ancora di più».

Genitori preoccupati. Francesca è la mamma di Anatolia, studentessa al Liceo Classico di Olbia. È seduta sul marciapiede fuori dal Palazzetto, è in ansia per la sua bambina. «Sono stati mesi durissimi per lei, tra la scuola e lo studio in vista del test: la decisione di anticipare gli esami d’ammissione non ha senso, il Ministero non ha minimamente considerato gli impegni dei ragazzi». Due volte a settimana Anatolia ha fatto su e giù in pullman tra Olbia e Nuoro, per seguire un corso di preparazione: «Quattro ore di lezione, tornava a casa sfinita. E magari il giorno dopo aveva compito in classe o interrogazione. Ma non ha mai mollato: vuole iscriversi in Medicina, non ha dubbi». Anche Sandra, che studia ai Ragionieri di Oristano, «oggi è arrivata qui molto stanca», dice Monica, la madre. «Ha seguito il corso, è stato utilissimo perché facevano simulazioni del test. Ha studiato tanto, speriamo che tutta questa fatica venga premiata». Se lo augura anche Giuseppe, papà di Raffaella. Anche loro arrivano dall’Oristanese, e non è la prima volta: «Mia figlia ha fatto il test anche l’anno scorso, è andata bene ma non abbastanza per essere ammessa». E questa volta, con la dieta ferrea alle immatricolazioni, potrebbe essere ancora più dura. «Ed è un’ingiustizia, perché questi test non servono a nulla, non è dalla risposta a queste domande che si capisce se uno può essere o no un bravo medico», dice Francesca. Giuseppe annuisce: «Verità sacrosanta – dice – io ho le prove». Racconta infatti che lui il test l’ha fatto per curiosità e ha azzeccato 45 risposte su 60, «molte di più di un mio parente medico». Niente male per un ferroviere in pensione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Comune

Sassari, terremoto politico in giunta: fuori l’ex M5S Laura Useri

Le nostre iniziative