La Nuova Sardegna

La Consulta: valide per il Piano casa le norme regionali

di Pier Giorgio Pinna

Respinti i dubbi sulla costituzionalità sollevati a Oristano «Potestà su urbanistica, edilizia, ordinamento enti locali»

08 aprile 2014
3 MINUTI DI LETTURA





ROMA. Niente violazioni della Costituzione: la Regione ha piena autonomia legislativa sul Piano casa e a ogni modo ha concordato con lo Stato sostanza, metodi e procedure d’azione nella Conferenza unificata tenuta a questo scopo cinque anni fa. In estrema sintesi, è questo l'aspetto centrale di una recentissima sentenza della Consulta. Quindi sono state riconosciute e confermate - come da Statuto speciale - «le potestà su edilizia, urbanistica e ordinamento degli enti locali».

Un passo indietro. La Corte costituzionale era stata chiamata a dare una risposta su un caso specifico sollevato dalla magistratura oristanese. La questione concerneva un processo penale per l'ampliamento di un'abitazione. Progetto predisposto da un privato nell’applicazione del Piano casa, poi sconfinato nelle aule giudiziarie.

In parallelo. La faccenda non riguardava quindi le impugnative fatte dai governi sul primo e sul secondo Piano casa della giunta Cappellacci, sulle quali il giudizio è in fase d’analisi. Ma ora costituirà un precedente. E tutto ciò sebbene nella decisione resa pubblica in questi giorni non ci siano riferimenti alle esigenze di co-pianificazione in materia di paesaggio, considerate cogenti nei quesiti di legittimità sollevati da due differenti esecutivi nazionali in periodi diversi.

Tempi e modalità. A fine 2009 era stato il procuratore della Repubblica di Oristano, Andrea Padalino Morichini, a porre i primi dubbi sul confine dei poteri dell'amministrazione sarda in un àmbito del genere. In seguito, nel dicembre 2011, il gip dello stesso tribunale aveva formalmente sollevato con un'ordinanza il quesito di legittimità davanti alla Consulta, sospendendo il processo sulla ristrutturazione edilizia e inoltrando tutti gli atti a Roma. Adesso i giudici costituzionali - tra loro, per citarne alcuni, Sabino Cassese, Giuliano Amato, Sergio Mattarella - hanno fatto le loro scelte. E spiegato le motivazioni in una ventina di pagine curate dal presidente Gaetano Silvestri e dal "redattore" Giuseppe Frigo.

Valutazioni. Come oggi sottolineano diversi specialisti commentando il provvedimento, i passaggi salienti si riferiscono agli articoli 117 e 118 della Costituzione: quelli, appunto, che disciplinano le materie di competenza di Regioni e Comuni in rapporto alle prerogative dello Stato. Le norme della Carta sono comprese nel Titolo quinto sugli enti locali, modificato qualche anno fa e ora al centro di una nuova possibile riforma da parte della maggioranza guidata da Renzi.

Il merito. Bene, nel suo ricorso alla Consulta, il giudice "a quo" (cioè il magistrato dal quale proviene il quesito) riteneva che l'articolo 2 del primo Piano casa varato dalla giunta Cappellacci potesse costituire una violazione dei principi generali, che sarebbero fissati dallo Stato, e svuoterebbe i poteri di progettazione urbanistica dei Comuni. Che cosa ha invece stabilito la Corte nel dettaglio? Intanto, che le Regioni su queste tematiche hanno competenza autonoma: in particolare, quelle a Statuto speciale come la Sardegna, per cui la potestà legislativa è addirittura primaria. Nella sentenza è infatti scritto: «Deve escludersi che la norma censurata violi gli articoli e 117 della Costituzione e 3 dello Statuto speciale della Regione, in ragione del suo asserito contrasto con il "sistema della pianificazione", che assegna in modo preminente ai Comuni, quali enti locali più vicini al territorio, la valutazione generale degli interessi coinvolti nell'attività urbanistica ed edilizia».

I particolari. Le leggi regionali possono poi prevedere interventi circoscritti in deroga sul piano quantitativo, qualitativo e temporale. E l'isola, come viene ribadito in modo esplicito, ha inoltre competenze sull'ordinamento degli enti locali. Insomma, secondo la Corte, «nessuna valenza eversiva del sistema di pianificazione» è ipotizzabile. Anche da qui la decisione di ritenere "non fondata" la questione. E la conferma della piena operatività sulla materia da parte dell'amministrazione sarda.

Il futuro. Mutando in parte i presupposti originari, sarà interessante sapere se un domani la stessa impostazione verrà mantenuta sui problemi posti dal governo circa i due Piani casa regionali. Soprattutto con riferimento alla raffica di differenti dubbi giuridici sollevati dai legali di Palazzo Chigi davanti alla Corte costituzionale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative