La Nuova Sardegna

Gallura, nel mirino dei pm 2500 ville di lusso abitate da "poveri"

di Giampiero Cocco
Gallura, nel mirino dei pm 2500 ville di lusso abitate da "poveri"

Appartengono a società registrate in paradisi fiscali, utilizzate per le vacanze da italiani che risultano non abbienti

05 aprile 2014
3 MINUTI DI LETTURA





PORTO CERVO La Repubblica di San Marino e il principato di Monaco, passando per Lussemburgo, Liechtenstein, Andorra, Gibilterra, le isole free del protettorato britannico, Cipro, il Barein, le Antille e la Polinesia francese. Una parte della Sardegna, per l’esattezza 2500 ville con tanto di giardini, dependance e ampie terrazze con vista sul mare smeraldino della Gallura, sono risultate appartenenti, come proprietà immobiliari, a società estere registrate in questi paradisi fiscali, mentre a sfruttarne il loro altissimo potenziale economico o utilizzarle per le vacanze a cinque stelle, sono in gran parte sconosciuti e poco abbienti cittadini italiani.

Per stanare il foltissimo gruppo di persone iscritte alla “Anonima Proprietari Ltd” dalle loro dimore di lusso è stata allestita, ed è entrata in piena attività già da alcuni mesi, una imponente e ipertecnologica task force coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Tempio Domenico Fiordalisi. Il quale ha aperto un fascicolo per atti relativi che racchiude la clamorosa e gigantesca inchiesta avviata alla fine dello scorso dicembre per accertare se – in questa anomalia tutta gallurese –siano riscontrabili reati di carattere penale oltre a violazioni in ambito fiscale o amministrativo.

Una task force di specialisti composta dagli uomini della polizia tributaria e del Gico di Roma, messi a disposizione della procura della Repubblica di Tempio dall’ispettore generale del centro italia delle Fiamme Gialle, il generale di corpo d’armata Pasquale Debidda, dai funzionari degli uffici del demanio isolani, dagli ispettori delle Agenzie delle Entrate di Sassari, Tempio e Olbia e dagli investigatori dei gruppi di Olbia e Sassari della guardia di finanza. Una mega inchiesta scaturita da un controllo incrociato che ha fatto balzare sulla sedia, alla fine del 2013, gli ispettori dell’agenzia delle Entrate di Tempio i quali, esaminando le denunce dei redditi di alcuni personaggi che frequentano la Costa – lasciandosi dietro, come la bava di tantissime lumache, le “strisciate” di bancomat o carte di credito oro e platinum – si sono resi conto che il loro tenore di vita non era compatibile con quanto denunciato. Un campanello d’allarme che ha fatto scattare i successivi accertamenti patrimoniali che hanno messo in rilievo che ben 2500 tra ville e dimore da fiaba disseminate sulla Costa gallurese – dalle alture di Monti di Mola (Porto Cervo), alle assolate spiagge dal mare cristallino di Porto Rotondo e Palau – risultano intestate, come proprietà immobiliari, a società estere.

Approfondendo ulteriormente questo singolare aspetto si è venuti a scoprire che gran parte degli immobili sono però utilizzati nel periodo estivo da cittadini italiani, oppure ceduti in locazione, attraverso una fitta ragnatela di agenzie immobiliari sarde, italiane ed europee, a italiani che, stando alla loro denuncia dei redditi, potrebbero permettersi al massimo di affittare, e per poche ore soltanto, una cabina sulla spiaggia di Riccione, Rimini o Cattolica.

«L’inchiesta è in corso, non ci sono altre indicazioni da dare», dicono i portavoce della procura della Repubblica di Tempio, dove poco meno di un mese fa è arrivato il generale della guardia di finanza che coordina le operazioni di verifica del centro Italia, il quale si è intrattenuto per oltre un’ora a colloquio con il capo della Procura. L’inchiesta è appena avviata, «ma si tratta di atti relativi, nessun reato o violazione è stato finora ipotizzato o contestato», ha detto ieri Domenico Fiordalisi. Il quale però ha messo in campo la sua task force. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative