La Nuova Sardegna

Il Nord Ovest si ribella: «La Port Authority taglia fuori il nostro scalo»

PORTO TORRES. Una “stagione crocieristica” che, alla luce dei dati diffusi, fa sorridere amaramente i portotorresi. E che infoltisce la schiera di quanti, da tempo, chiedono di uscire dall’Autorità...

03 aprile 2014
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PORTO TORRES. Una “stagione crocieristica” che, alla luce dei dati diffusi, fa sorridere amaramente i portotorresi. E che infoltisce la schiera di quanti, da tempo, chiedono di uscire dall’Autorità Portuale del Nord Sardegna. Troppo proiettata sulla Gallura, hanno sempre detto gli avversari dell’Authority, e quanto è accaduto negli ultimi due anni sembra dar loro ragione. Due anni fa, infatti, gli arrivi delle navi da crociera erano stati più di 40, lo scorso anno 7, nel 2014 solo tre. «In questi anni l'amministrazione comunale assieme agli operatori locali ha fatto la propria parte, sviluppando un sistema di accoglienza ai crocieristi che è stato molto apprezzato – commenta l’assessore alla Portualità Mauro Norcia –. Nonostante questi sforzi abbiamo però dovuto osservare una progressiva perdita di attrattività del nostro porto per i traffici crocieristici e questo verosimilmente a causa della limitata offerta di "pacchetti escursionistici" che, inevitabilmente, si aggiunge ai noti limiti infrastrutturali dello scalo». «Per fronteggiare questo problema riteniamo indispensabile e non rinviabile, l'adozione da parte dell'Autorità portuale di misure straordinarie di promozione del nostro scalo portuale – conclude Norcia –, attraverso una incisiva azione di marketing territoriale che renda evidenti le peculiarità del nostro territorio, così da invogliare gli armatori a programmare gli scali anche nel nostro porto». Una reazione istituzionale “morbida”, quella dell’assessore Norcia. «Ho sempre sostenuto che l’attrattiva della Costa Smeralda è purtroppo superiore alle spiagge di Fiume Santo, ma quando oltre 100 navi da crociera arrivano in Gallura e solo tre a Porto Torres – è la polemica puntualizzazione dell’ex sindaco Luciano Mura – non credo che sia un problema geografico ma frutto di una programmazione che ci ha tagliato completamente fuori». Non va inoltre dimenticato che il Comune aveva cercato un’alternativa all’Authority gallurese. L’allora consigliere di Città democratica Dino Dessì, un paio di anni fa aveva incontrato il segretario generale dell’Autorità portuale di Genova che aveva mostrato uno «straordinario interesse per Porto Torres. Io preparai la relazione che consegnai al sindaco – spiega Dino Dessì – sottolineando anche il fatto che Genova non voleva essere tagliata fuori dal progetto della chimica verde. Genova attendeva un contatto istituzionale ma credo che stiano ancora aspettando l’invito del Comune di Porto Torres».

(pinuccio saba)

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