La Nuova Sardegna

continuità territoriale 2

Decreto del governo per le rotte

di Luca Rojch
Decreto del governo per le rotte

Tratte per Bologna, Torino, Verona, Napoli. Dalla Regione 14 milioni

01 aprile 2014
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SASSARI. Motori spenti. La Continuità due non decolla, e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi cerca di superare lo stallo. Lo fa con un decreto che prova a far partire le nuove regole dei cieli. Nella gazzetta ufficiale è stato pubblicato il documento che detta le regole sulle rotte minori. Si fa per dire. In realtà in quelle tratte c’è la differenza tra una Sardegna sempre più isolata e una regione che ha ancora qualche speranza di rimanere unita alla penisola.

La continuità 2 regola i collegamenti tra gli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, e quelli di Bologna, Torino, Verona e Napoli. Secondo il decreto le rotte in convenzione dovranno entrare in servizio, alle tariffe stabilite dal bando, entro il 26 ottobre 2014. Nel bando sono stabiliti anche i costi per i passeggeri. 57 euro, compresa l’iva e le tasse aeroportuali. E viene indicata anche la frequenza, almeno un volo al giorno, andata e ritorno.

L’offertona sulla carta. Ma per ora il decreto rischia di trasformarsi in un nuovo flop, perché si deve capire se ci sarà l’interesse delle compagnie. Anche il cambio alla guida della Regione potrebbe portare stravolgimenti degli accordi. Tutto è stato fissato da tempo e il decreto di Lupi è la fase finale di un percorso che prende le mossa dalla precedente giunta, quella guidata da Ugo Cappellacci. Con una delibera l’ex governatore aveva stabilito i nuovi oneri di servizio per queste rotte in continuità. E aveva deciso di finanziare il servizio con 13milioni e 650 mila euro. Una scelta che è frutto dell’accordo che la Regione aveva raggiunto con lo Stato per la gestione della continuità territoriale. In cui alla Sardegna spetta anche l’onere di sostenere il costo delle tratte indispensabili per far restare collegata l’isola al resto dell’Italia.

Percorso a ostacoli. La soluzione per ora non sembra vicinissima. Anche perché la precedente gara, nel novembre del 2013, era andata deserta. Ma c’era anche una differenza fondamentale. Nella prima gara non c’era neanche un euro a disposizione per le compagnie aree che accettavano di tenere la rotta attiva per tutto l’anno. Questa volta la Regione ha messo sul piatto quasi 14 milioni, soldi risparmiati dalla gara sulla continuità 1, quella per le rotte su Roma e Milano.

La clausola. C’è anche una clausola nel decreto. Prevede che in caso di asta andata deserta la Regione possa assegnare in esclusiva per quattro anni ogni tratta a una sola compagnia, sempre attraverso una gara.

La nuova giunta. Resta da capire cosa vorrà fare la nuova giunta di Francesco Pigliaru. Se portare avanti questo modello di continuità, che sembra non trovare il favore delle compagnie aree, o se tenterà di concretizzare una rivoluzione dei trasporti.

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