La Nuova Sardegna

Confindustria: «L’impresa va sostenuta»

di Luisa Satta
Confindustria: «L’impresa va sostenuta»

Il presidente Scanu: se si vuole la crescita, bisogna creare un contesto politico favorevole e cancellare la mala burocrazia

29 marzo 2014
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CAGLIARI. «La crescita non viene dal cielo: l'impresa è ancora oggi al centro dello sviluppo e la politica deve crearle un contesto favorevole». Ritorna sulle proprie posizioni il presidente della Confindustria sarda. Alberto Scanu ribadisce le posizioni già espresse anche nel periodo in cui la Regione era guidata da Ugo Cappellacci. Ma in un'intervista su www.confindustriasardegna.it e sui social network, l’imprenditore ai vertici dell’organizzazione nell’isola interviene nello specifico di una serie di ostacoli e difficoltà che la categoria è costretta ad affrontare in questa difficilissima fase congiunturale.

Così Scanu parla soprattutto di alcuni temi-chiave: industria manifatturiera e sistema produttivo sardo, in primo luogo. «Non bisogna attaccare indiscriminatamente l'industria - sottolinea - Sarebbe infatti un errore, per esempio, collegare in ogni situazione l’attività imprenditoriale con fenomeni d’inquinamento ambientale. In questo modo si fa solo terrorismo». «Certo, chi inquina deve pagare – sottolinea il presidente di Confindustria – Ma occorre distinguere le responsabilità. Le colpe non sono sempre e solo dell'impresa. Spesso certe situazioni sono anche il frutto di una “distrazione” da parte di chi è chiamato a gestire i beni pubblici».

Scanu invita quindi le forze politiche e gli altri interlocutori, compresi sindacalisti e dirigenti delle associazioni ambientaliste, a non fare di tutta l'erba un fascio. «Ci sono stati titolari di aziene e società che hanno lasciato solo macerie, inquinamento e disoccupazione – rimanrca in proposito – Però ci sono parecchi altri imprenditori onesti, numerose imprese e tante industrie che contribuiscono a far crescere la nostra Regione, e di tutti loro si parla molto, molto poco».

L’analisi di Alberto Scanu comunque parte da lontano. «L'industria in passato ha portato benessere e relativo sviluppo alla Sardegna – spiega – Ora i tempi sono cambiati». «Occorre una riconversione - aggiunge - Nelle regioni più sviluppate e dinamiche d'Europa la manifattura è molto sviluppata, con produzioni innovative a basso impatto ambientale. Una regione tutta pascoli immacolati, ecoturisti contenti, agricoltura sostenibile, agriturismo e via dicendo, è un errore».

Secondo Scanu c’è invece bisogno di sviluppare una industria manifatturiera «con i nuovi standard ambientali stabiliti dall'Unione europea». «È questa una via per la crescita che passa per diversi fattori di competitività: energia e semplificazione in testa», sostiene.

Nei giorni scorsi la Confindustria sarda ha consegnato al neopresidente della Regione, Francesco Pigliaru, un documento: «Make It in Sardinia», «Facciamolo in Sardegna». «Nell'isola si sta diffondendo una cultura anti imprenditoriale e anti industriale - dice adesso il presidente di Confindustria concludendo il suo intervento - . Tutto questo spesso si traduce in un non-fare: ostacoli, complicazioni burocratiche, oneri amministrativi hanno come unico risultato non far nascere imprese sane». Il documento-appello degli industriali vuole dunque essere un invito «per avviare una nuova stagione che veda l'impresa al centro dello sviluppo, motore della nostra ripresa».

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