La Nuova Sardegna

La scure sulla polizia, allarme in Sardegna

di Silvia Sanna
La scure sulla polizia, allarme in Sardegna

La possibile cancellazione di venti presìdi annunciata dal governo Renzi Le contraddizioni: reati informatici in aumento e la Postale chiude tre sedi

25 marzo 2014
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SASSARI. Centocinquanta agenti che dovranno reinventarsi un ruolo, dopo anni trascorsi sulla strada, davanti a un pc oppure a bordo di una motovedetta. Venti presìdi di polizia tagliati dalla crisi, in una spending review che nell’isola si abbatte soprattutto sul centro-nord, con la provincia di Sassari particolarmente falcidiata. La Sardegna non si salva dal “piano Cottarelli”, firmato dal commissario nominato dal premier Matteo Renzi e che, solo dalla riorganizzazione delle forze di polizia, prevede di risparmiare 200 milioni (a livello nazionale) già nel 2014. Ma in cambio di cosa? I sindacati, che oggi a Roma incontreranno il ministro dell’Interno Angelino Alfano, parlano di tagli senza criterio e denunciano l’incapacità, da parte della politica, di ascoltare i cittadini che chiedono più sicurezza. Quella che si percepisce nel veder girare le divise, di qualunque tipo, nei pressi di casa propria.

La sforbiciata nell’isola. Di botto, se il piano non sarà corretto, spariranno alcune specialità. È il caso delle squadre nautiche: cancellate tutte le cinque sezioni dell’isola (Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres e Olbia). E addio anche alla scuola di polizia a cavallo di Foresta Burgos, unico esempio di scuola interforze in Italia. Dieta dimagrante massiccia anche per la polizia ferroviaria e per la polizia stradale, con la soppressione di quattro distaccamenti. Via anche la scuola sommozzatori di Olbia. E taglio netto per la polizia postale: tutte le sezioni provinciali di polpost saranno chiuse, sopravvivenza garantita solo per Cagliari. Una scelta difficile da capire, dal momento che i reati informatici aumentano a ritmo esponenziale.

Via i doppioni. Qualche giorno fa i rappresentanti sindacali della polizia hanno illustrato una serie di contraddizioni al prefetto di Sassari. Angelo Chessa, segretario del Siap per la provincia di Sassari, prova a metterle in fila. Con una premessa: «I tagli erano nell’aria, siamo tutti consapevoli della presenza di doppioni tra le varie specialità, così come degli sprechi». Per quanto riguarda le squadre nautiche, il problema è che sinora, non per colpa loro, hanno funzionato a mezzo servizio, spesso con mezzi inadeguati o dispendiosi. «Se saranno soppresse, la vigilanza marittima lungo le coste sarà garantita dalla guardia costiera e dalla Capitaneria di porto – dice Chessa –. Però, se la volontà è quella di eliminare i doppioni, mi chiedo come mai il governo non abbia deciso di tagliare anche le squadre nautiche dei carabinieri». Soprattutto, «perché se i reati informatici sono in aumento e ogni giorno sono sempre di più le denunce per truffe on line – domanda il sindacalista – si chiudono le sezioni della Postale?».

Truffe on line in aumento. La critica principale al piano Cottarelli è sul metodo: si chiude dappertutto senza valutare dove e quanto i tagli possono fare più o meno male. È il caso della polizia postale, diventata polizia delle Telecomunicazioni. Dice Angelo Chessa: «Ci aspettavamo una migliore organizzazione delle sezioni, una revisione del sistema che attualmente è abbastanza farraginoso. Ma la soluzione non può essere la chiusura, anche perché al taglio delle sezioni non segue la ricollocazione degli addetti nello stesso ambito professionali». Non è scontato, infatti, che gli attuali poliziotti telematici continuino a lavorare in quel settore: gli agenti che operano nei presìdi a rischio hanno diritto a mantenere la sede. Quelli di Sassari, dunque, potranno essere impiegati in questura o nella polizia stradale. «Il problema – continua Angelo Chessa – è che in questura non è stata istituita la sezione dei reati telematici, che sarebbe la sede naturale per i poliziotti della ex Postale». Per questo, il rischio è che la grande quantità di denunce per reati informatici «vada ad aggiungersi alla mole di lavoro ingentissima degli uffici investigativi della Mobile, ormai al collasso per la cronica carenza di personale». Un paradosso: «Sarebbe molto più conveniente, per accelerare il lavoro e dare risposte rapide ai cittadini, investire sulla formazione del personale e non disperdere le professionalità già esistenti».

A dieta anche l’Arma. È un altro degli aspetti sottolineati in grassetto: perché la scure dei tagli si accanisce in maniera pesante sulla polizia e lascia quasi indenni i carabinieri? Qualcuno ricorda le parole pronunciate qualche anno fa dall’ex ministro La Russa: “La polizia è una 500 rispetto alla Ferrari dei carabinieri”. La sensazione è che dietro alla spending review ci sia un disegno politico che prevede la militarizzazione del comparto sicurezza. Al momento, l’unico dato noto è questo: a fronte dei circa 300 presìdi di polizia a rischio in tutta Italia, quelli dell’Arma sarebbero “solo” 21. Tra i quali la caserma dei carabinieri di Ozieri: contro la possibile chiusura l’amministrazione comunale ha già fatto la voce grossa.

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