La Nuova Sardegna

l’assalto al portavalori sulla carlo felice

La gang svanita nel nulla Attesa per i test del Ris

di Luciano Onnis
La gang svanita nel nulla Attesa per i test del Ris

SERRENTI. Svaniti nel nulla, stavolta come in casi precedenti, con cui potrebbe esserci molto in comune: i sette rapinatori d’oro che venerdì pomeriggio, sulla statale 131 fra Serrenti e Sanluri,...

24 marzo 2014
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SERRENTI. Svaniti nel nulla, stavolta come in casi precedenti, con cui potrebbe esserci molto in comune: i sette rapinatori d’oro che venerdì pomeriggio, sulla statale 131 fra Serrenti e Sanluri, hanno assaltato due furgoni portavalori della “Vigilanza Sardegna” impossessandosi di sei milioni di euro, sono introvabili. La caccia al commando, che ha fatto uso di armi da guerra per costringere i vigilantes alla resa, prosegue a vasto raggio da parte di carabinieri e polizia, impegnati in un compito che appare difficile, ma non impossibile. Il lavoro investigativo procede senza lasciare niente di intentato, puntando ovviamente verso luoghi, ambienti e persone in cui le forze dell’ordine sono convinte si annidino i banditi. In particolare il Nuorese. I rapinatori sono presumibilmente di paesi e forse anche zone diverse, il che rende ancora più difficile individuarli. Dopo il colpo pluri milionario sulla “131”, ciascuno di essi ha fatto ritorno nel proprio habitat per riprendere la vita di sempre, che potrebbe benissimo essere – per qualcuno dei componenti il commando - quella del latitante. O comunque anche di chi può facilmente “assentarsi” e far ritorno in zona senza che nessuno possa verificare a posteriori i suoi movimenti. I carabinieri dei comandi provinciali di Cagliari e di Nuoro (ma anche di Oristano e di Sassari), in stretto collegamento con la polizia, hanno effettuato centinaia di controlli e decine di perquisizioni domiciliari e di ovili, con risultati abbastanza deludenti. In questi blitz si inquadra l’arresto a Quartu Sant’Elena di un uomo trovato in possesso, oltre a un ingente quantitativo di hascisc, di un mitra perfettamente funzionante e un revolver di grosso calibro. Non sono però le armi che hanno sparato nella rapina di venerdì. Queste – è stato accertato – non erano micidiali kalashnikov come ipotizzato a caldo, ma fucili automatici da guerra che sparano proiettili calibro 7,62 Nato, incompatibili con i kalashnikov. C’è molta fiducia che gli specialisti del Ris trovino sull’autoarticolato, sul Fiat Strada e sulla Audi6 (tutti rubati) utilizzati dalla banda per l’assalto ai due furgoni, elementi utili alle indagini. Il fallito tentativo dei banditi di incendiare i tre mezzi per cancellare ogni possibile impronta o traccia organica, apre una falla che potrebbe essere fatale per la banda.

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