La Nuova Sardegna

Sardaleasing, direzione trasferita da Sassari a Milano

di Antonio Meloni
Sardaleasing, direzione trasferita da Sassari a Milano

Nasce una nuova società dalla fusione con Abf. I sindacati: «Primo atto del tentativo di svuotare il Banco»

22 marzo 2014
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SASSARI. È allarme nei sindacati sardi dopo la recente decisione di trasferire a Milano la direzione generale della Sardaleasing. L’operazione è l’esito di una recente incorporazione che prevede la fusione di Abf, società del Gruppo Bper (Banca popolare dell’Emilia Romagna), con l’istituto sassarese di via IV Novembre. Nei giorni scorsi i consigli di amministrazione delle due banche (Bper e Banco di Sardegna) hanno avviato l’iter che darà vita alla Nuova Sardaleasing, la cui quota maggioritaria, pari al 51 per cento, passerà in mano emiliana.

La fusione – sollecitata, pare, direttamente dalla Banca d’Italia – preoccupa non poco il sindacato di categoria che paventa il rischio di un ulteriore impoverimento del territorio e teme che questa operazione possa essere in realtà il preludio di una manovra più vasta e invasiva. Un futuro ridimensionamento degli organici con ricadute deleterie sulla tenuta dell’occupazione in una realtà già martoriata dalla crisi.

Timori manifestati apertamente in un comunicato congiunto che i sindacati hanno diffuso per denunciare quello che, senza usare mezzi termini, ritengono un «ulteriore colpo all’autonomia del Banco di Sardegna verso il completo assorbimento nella Bper». Ciò che il sindacato non manda giù è soprattutto il fatto che la direzione generale della nuova realtà venga trasferita a Milano.

«Non si capisce – taglia corto Laura Urgeghe, segretaria della Fisac-Cgil – perché la direzione generale della società che incorpora debba essere spostata nella sede di quella incorporata e trasferita fuori dalla Sardegna impoverendo il territorio».

Dal gruppo Bper si affrettano a rimarcare che la manovra non avrà alcuna ricaduta occupazionale negativa, ma il sindacato guarda oltre l’immediato e ritiene che alla lunga le ripercussioni ci saranno eccome.

«Preoccupa – spiega il segretario della Fiba-Cisl, Ettore Erriquez – non tanto l’avvio di queste operazioni, ma la conclusione, non è la prima volta che dopo manovre del genere si ricorra all’esternalizzazione dei servizi affidati spesso a società estere».

Giovanni Dettori, segretario della Uilca, interpreta la fusione come «il primo atto del tentativo di svuotare la sub holding Banco di Sardegna e le società partecipate».

Ci va giù pesante Giacomo Meloni, segretario generale della Confederazione sindacale sarda, che denuncia: «È l’ennesimo atto di colonialismo finanziario ed economico a discapito dei sardi con la connivenza della politica assente in un momento di passaggio di consegne istituzionali». Il segretario della Css conclude con un appello accorato alla Fondazione Banco di Sardegna perché intervenga sulla questione nell’interesse del popolo sardo.

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