L’ad Novamont e Matrìca: «Si usano pochi sacchetti bio»
ROMA. «Sui bioshopper rivolgo un appello al governo Renzi. La legge italiana ha ancora delle “non chiarezze”, dal momento che in giro c’è ancora il 70% dei sacchi non bio». Lo afferma Catia Bastioli,...
ROMA. «Sui bioshopper rivolgo un appello al governo Renzi. La legge italiana ha ancora delle “non chiarezze”, dal momento che in giro c’è ancora il 70% dei sacchi non bio». Lo afferma Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, tra le aziende leader nel settore della chimica verde, a margine di un'audizione in commissione Ambiente alla Camera nell'ambito di un'indagine sulla green economy. Bastioli – amministratore anche di Matrìca, la joint venture tra Eni e Novamont che porta avanti il polo per la chimica verde a Porto Torres – rileva «l’assenza di sanzioni e controlli, che invece la legge prevede». In questo modo - prosegue l'ad di Novamont - «si vede sfumare il lavoro e la precisione di chi prende sul serio il concetto di innovazione e sviluppo sostenibile». Tempo dopo la legge che introduceva i bioshopper in Italia è stato infatti chiarita la biodegradabilità: prima con un decreto che introduceva anche controlli e sanzioni; poi con una tabella di riferimento contenente i parametri di biodegradabilità.