La Nuova Sardegna

l’attività dell’istituto di credito nell’isola

Banca Etica, finanziati 227 progetti

di Antonio Meloni

Raccolta in crescita e sofferenze ferme al 2 per cento

21 marzo 2014
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SASSARI. La questione non è tanto il denaro in sé, quanto l’uso che se ne fa. C’è il Comune che ha abbattuto il costo energetico, lo straniero che ha riabbracciato i familiari, la coppia che ha coronato il sogno di un’adozione internazionale. Tutti, in qualche modo, devono il successo a Banca Etica. L’istituto di credito, che l’8 marzo scorso ha spento 15 candeline, ha tracciato il bilancio a Sassari in un convegno ospitato nell’aula magna del dipartimento di Scienze politiche. Quindici anni di attività che testimoniano la crescita di una realtà ben presente anche nell’isola come emerge dai dati importanti snocciolati a più riprese durante gli interventi dei relatori che si sono alternati al microfono per l’intero pomeriggio. I settori sono diversi, dalla cooperazione sociale alla tutela ambientale, dall’agroalimentare alla promozione culturale, più di 12 milioni di euro per progetti già finanziati perché consoni alla filosofia che da sempre anima l’istituto: proporre un’alternativa concreta alla speculazione pura e semplice per promuovere una finanza etica capace di produrre benessere.

È così che sono nate iniziative come quella realizzata qualche anno fa dal Comune di Loceri e raccontata, senza retorica, da Carlo Balloi, all’epoca primo cittadino del centro ogliastrino: «Abbiamo abbattuto i costi dell’energia con l’installazione di pannelli fotovoltaici grazie a un finanziamento di Banca Etica». Il bilancio tracciato da Carlo Usai, responsabile per la Sardegna, vede la provincia di Cagliari in testa con 85 progetti per complessivi 2,6 milioni di euro, seguono Sassari, con 53 progetti per 2,5 milioni, Nuoro e Olbia-Tempio con 27 e 18. E ancora: 10 a Oristano, 18 tra Medio Campidano e Sulcis. Tirando le somme, il totale dei progetti finanziati nell’isola arriva a quota 227, mentre 358 è il numero dei soci e 550 quello dei rapporti attualmente aperti.

Dati estrapolati da un recente rapporto commissionato da Banca Etica agli esperti dell’Università cattolica di Milano da cui emerge una realtà che, in barba alla crisi, ha fatto registrare il segno positivo. Un dato per tutti è quello della sofferenza che in tempi di recessione resta ferma al 2 per cento contro la media del 7 registrata negli altri istituti. Nicoletta Dentico, consigliera di amministrazione della Banca, lo dice con palpabile soddisfazione mentre rilancia le sfide per il futuro.

La conclusione di Riccardo Dugini concede poco spazio al dubbio riguardo alla missione che i sostenitori di Banca Etica hanno deciso di portare avanti: «Sottrarre ossigeno allo strapotere dei mercati finanziari attraverso il sostegno e la promozione della finanza di prossimità». L’incontro, coordinato dalla sociologa Maria Grazia Giannichedda, è stato arricchito dagli interventi di Antonietta Mazzette, direttrice del dipartimento di scienze politiche e della comunicazione, Antonio Fadda, direttore del dottorato di ricerca in scienze politiche, e Omar Chessa, da pochi giorni prorettore dell’ateneo turritano.

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