La Nuova Sardegna

Quelle sculture emerse dalla terra

Quelle sculture emerse dalla terra

Ad accogliere i reperti anche il contadino che nel 1974 li scoprì per caso

19 marzo 2014
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CABRAS. Un ritorno per pochi intimi. Nella sparuta pattuglia di cabraresi che hanno assistito al ritorno dei giganti di Monte Prama, però, c’era anche uno spettatore particolare, uno dei pochi in grado di poter dire di averli già visti a Cabras. Anche se, quando lo sguardo di Sisinnio Poddi ha incrociato i dischi solari incisi nella faccia di arenaria dei guerrieri, quelle erano poco più che pietre dall’aspetto molto strano.

L’anno era il 1974 e i massi che saltavano fuori a Monte Prama, una collina affacciata sulla punta di nord est dello stagno di Cabras, erano più una rogna da debellare che un mistero da approfondire. Gli aratri ci sbattevano sopra e i tempi della semina si allungavano. Una disdetta per i contadini. Fino a quando dalla terra non è saltata fuori una testa di pietra, una scultura talmente ben conservata da non poter passare inosservata. Un ritrovamento che è stato anche il primo episodio della lunga storia di uno dei più affascinati misteri archeologici degli ultimi anni. Certo, c’era chi aveva già capito che sotto quei campi usati per la semina, si nascondevano tesori preziosi. I cumuli di “sassi” sparivano durante la notte per finire chissà dove. Sono passati 40 anni e ieri Sisinnio si è presentato al museo, ma non in veste di ospite d'onore: “Veramente nemmeno lo sapevo, non mi ha avvisato nessuno”. Il contadino, comunque, non se l’è presa: “Era già successo a Li Punti, dove sono andato per conto mio. Oggi sono venuto solo a curiosare”.

Qualcuno, evidentemente, deve averlo avvertito ma Sisinnio fa finta di niente, rilascia qualche intervista, scherza con i cronisti e poi s’incammina verso la soglia del museo. Le statue non sono ancora entrate e attendono il loro turno davanti alla porta.

Sisinnio ci passa in mezzo lanciando occhiate dal basso verso l’alto. I giganti sono altri più di due metri e lui non ha certo il fisico del cestista. Non lo aveva nemmeno nel 1974, quando incrociò per la prima volta un immenso tesoro archeologico che sarebbe poi partito per un viaggio lungo quarant’anni. (c.z.)

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