La Nuova Sardegna

Tre fucilate sul pick up poi il colpo di grazia

di Kety Sanna
Tre fucilate sul pick up poi il colpo di grazia

Ucciso pensionato di 68 anni, rientrava in paese dall’azienda agricola Massi sulla strada per bloccare l’automezzo, non ha avuto scampo

17 marzo 2014
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INVIATA AD ARZANA. Gli hanno teso un'imboscata, con tanto di blocco stradale con grossi massi fatti rotolare da un costone laterale per riuscire a farlo fermare. Due o tre fucilate a pallettoni sparate da una distanza di qualche metro. Poi il colpo di grazia che lo ha sfigurato. È morto così, Pietro Piras, ex ragioniere del comune di Arzana, 68 anni, in pensione da cinque. Ieri, all’ora di pranzo, poco prima delle 13,30 i killer, forse due, lo hanno atteso, appiattati dietro cespugli di macchia mediterranea. Con pazienza hanno atteso il suo arrivo a bordo del pick up bianco, dopo averne controllato i movimenti dall'alto. Dal punto in cui si erano nascosti era infatti possibile riuscire a dominare tutta la vallata sottostante e soprattutto la serpentina d'asfalto che si arrampica fino alla località “S'iligi mannu”.

Hanno visto il veicolo avanzare con fatica lungo la salita e solo quando è giunto alla semicurva, rallentare bruscamente per la presenza dei massi. In quel momento i killer hanno fatto fuoco. Un primo colpo, forse mortale, ha raggiunto l'ex impiegato comunale al capo. Poi, di seguito, gli altri, presumibilmente due, al torace. L’uomo, ormai privo di vita, ha perso il controllo del mezzo che ha percorso qualche metro a ritroso, fermandosi al limite della cunetta prima di un precipizio. Ma, non paghi, gli assassini lo hanno raggiunto e gli hanno inferto il colpo di grazia. Quindi sono scappati sparendo nel nulla tra le montagne che incorniciano panorami mozzafiato tra il lago Flumendosa e le vette innevate del Gennargentu.

Pietro Piras da tempo si occupava, insieme a uno dei figli, dell’azienda agricola di uno zio (morto qualche anno fa) dove accudiva mucche e maiali, circa ottanta capi che pascolavano i terreni comunali. A trovare il cadavere dell’uomo sono stati alcuni allevatori che percorrevano la stessa strada per fare rientro a casa. Sono stati loro a notare il pick up bianco sul ciglio della strada e la sagoma dell'autista riversa sul volante.

L'allarme è scattato subito. Sul posto sono giunti i carabinieri del reparto investigativo del comando provinciale di Nuoro e della rilievi coordinati dal colonnello Simone Sorrentino e i colleghi della compagnia di Lanusei con il capitano Danilo Cimicata che hanno fatto partire le indagini. Fino all'imbrunire gli inquirenti hanno continuato a muoversi attorno al corpo martoriato dell'ucciso, poi riverso per terra in una posa innaturale. A “S'iligi mannu” anche il medico legale Roberto Marcialis e il sostituto procuratore del tribunale di Lanusei che attorno alle 19,30 ha ordinato la rimozione del cadavere. Solo a quel punto, i familiari di Piras, rimasti per ore a guardare da lontano le operazioni degli inquirenti, si sono potuti avvicinare al corpo senza vita del congiunto.

Il delitto potrebbe avere dei collegamenti con l’arresto dell’ex latitante Pasquale Stochino, avvenuto nelle campagne di Arzana il 27 settembre del 2003. Pare, infatti, che l'ex primula rossa avesse trovato rifugio proprio nelle campagne di Piras (in quegli anni ancora dello zio che comunque il ragioniere aiutava). Qualche precedente di piccolo conto, dicono invece gli inquirenti che mantengono il più assoluto riserbo. Si tratta di una denuncia per maltrattamenti in famiglia e una per abuso d'ufficio che non potrebbero mai dare un senso a una così spietata esecuzione. Pietro Piras, sposato, cinque figli, in paese era benvoluto.

Non è escluso neppure che l'uomo possa avere visto ciò che non doveva in quelle campagne, terre di confine e di traffici loschi da tenere nell'ombra, anche a costo di uccidere senza pietà.

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