La Nuova Sardegna

l’allestimento

Il lungo lavoro di scelta e di restauro

Il lungo lavoro di scelta e di restauro

Molti dei reperti esposti giacevano nei depositi dei musei

16 marzo 2014
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CAGLIARI. In genere il visitatore di una mostra si trova davanti a un allestimento già finito, ma il percorso che ha condotto alla sua realizzazione è lungo, frammentato in piccoli tasselli che alla fine si uniscono per fornire il risultato finale: l'esposizione.

Il primo tassello della mostra “L’isola delle torri” è il progetto. L’iniziativa allestita alla Cittadella dei Musei vuole narrare la civiltà nuragica, un periodo storico lungo e ricco di articolazioni, che è stata un’ esperienza originale nell’ambito della storia delle civilizzazioni mediterranee. La scelta di progetto è stata quella di definire un percorso espositivo che si snoda attraverso i tre elementi più caratteristici della civiltà nuragica: la pietra, il metallo e l’acqua.

Un secondo criterio che ha guidato i curatori è stato la scelta dei contesti e la selezione dei materiali. Una volta redatto il progetto espositivo, è iniziato infatti il lungo lavoro di selezione dei materiali e dei contesti. Si è trattato di un lavoro molto impegnativo e delicato, che ha implicato scelte non semplici, vista la quantità e la bellezza degli oggetti e la significatività dei contesti.

Un altro problema da risolvere è stato quello del consolidamento e del restauro di non pochi dei pezzi scelti per entrare a far parte della mostra. Molti dei reperti selezionati provengono dai depositi dei musei, per cui sono stati necessari interventi di consolidamento e di restauro. Gli interventi di restauro sono stati condotti dai due laboratori della Soprintendenza per i Beni archeologici delle province di Cagliari e di Oristano e dal Laboratorio di restauro di Li Punti della Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Sassari e di Nuoro.

Un lavoro importante è stato fatto anche per la progettazione dell'allestimento. Per riuscire a sfruttare al meglio gli ambienti del complesso di San Pancrazio sono state create delle vetrine apposite, modulate per armonizzarsi con il contesto. La progettazione e la realizzazione delle teche sono state curate, al Molo sabaudo, dal Laboratorio di restauro della Soprintendenza.

Tutto questo lavoro, delicato e complesso, è confluito nell’allestimento che da ieri pomeriggio, dopo l’inaugurazione, è visitabile alla Cittadella dei Musei. Un lavoro che, portato avanti su diversi fronti e con diverse competenze, ha reso possibile la realizzazione di una mostra che si configura come un panorama più che esaustivo della civiltà dei nuraghi. Un evento con il quale la Soprintendenza per i Beni archeologici di Cagliari e di Oristano ha voluto – in occasione del centenario della nascita – rendere omaggio a Giovanni Lilliu, il grande archeologo che, con i suoi studi e le sue scoperte, ha contribuito in maniera determinante alla conoscenza del periodo nuragico.

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