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Un corvo diffama Stefano Tunis

Un corvo diffama Stefano Tunis

Alla Nuova e al Fatto un certificato falso in cui risulta una condanna

15 marzo 2014
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CAGLIARI. C’è un corvo che cerca di gettare fango su Stefano Tunis, neo consigliere regionale eletto con Forza Italia: in questi giorni le redazioni della Nuova Sardegna e del Fatto Quotidiano hanno ricevuto una busta chiusa con un certificato carichi pendenti dal quale risulta che Tunis è stato rinviato a giudizio per una truffa commessa a Pula e ha alle spalle una condanna a un anno di reclusione incassata nel 2011 perché colpevole di millantato credito. Ad annunciarla alla Nuova è stata una voce anonima al telefono, una voce chiaramente alterata. Il documento è perfetto nella forma, riporta il timbro originale del casellario giudiziale, ma è falso. E’ bastata una verifica per stabilire che la fedina penale del neo consigliere regionale è immacolata e che a suo carico non risulta alcun procedimento. Allora chi, nel clima avvelenato del dopo elezioni, può aver tentato di trarre in inganno due redazioni giornalistiche per screditare Tunis? «Sono esterrefatto - è la risposta del consigliere di centrodestra - non sono abituato a queste cose, capisco la delusione di qualcuno ma non credo che basti a giustificare un’iniziativa così ignobile». Tunis non azzarda sospetti, la sorpresa è tale da lasciarlo senza parole: «Non so proprio che cosa pensare, ora parlerò con un avvocato, credo che dovrò chiedere alla Procura della Repubblica di indagare, perché non posso permettere che accadano cose del genere». Tunis fa riferimento anche all’ipotesi di ricorsi per via amministrativa, che lo riguarderebbero: «La mia elezione è perfettamente legittima - avverte - e chiunque sia intenzionato a proporre un ricorso sappia che andrà incontro a una delusione. Ma i ricorsi sono atti legittimi, mentre un’iniziativa anonima di questo tipo appartiene a un’altra categoria, davvero deprecabile». (m.l)

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