La Nuova Sardegna

Il “decano” Floris: esecutivo di esterni, interni, eterni...

Il “decano” Floris: esecutivo di esterni, interni, eterni...

SASSARI. Tra tutti i consiglieri - d’opposizione e di maggioranza - è quello di maggior esperienza. Mario (“Mariolino” per tutti, nonostante i 75 anni compiuti) Floris non è solo il decano dell’assem...

15 marzo 2014
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SASSARI.

Tra tutti i consiglieri - d’opposizione e di maggioranza - è quello di maggior esperienza. Mario (“Mariolino” per tutti, nonostante i 75 anni compiuti) Floris non è solo il decano dell’assemblea regionale. Storico esponente della Dc, all’ottava legislatura, oggi leader dell’Uds, nel palazzo cagliaritano di via Roma vanta una serie d’impegni, tutti di primo piano. Così che neanche lui ricorda più molto bene quante volte è stato assessore, dato che per ben due ha invece ricoperto la carica di presidente della giunta mentre una volta lo è stato del consiglio.

E allora chi più di lui, adesso nelle file della minoranza nonostante un successo personale di 2.155 preferenze, può dare sulla giunta Pigliaru un giudizio filtrato attraverso i tanti anni trascorsi alla Regione? «Non parlerei di esecutivo tecnico: in realtà ci troviamo di fronte a una cosa vecchia quanto il cucco – spiega subito Floris – In Italia lo abbiamo visto già tante volte. Con i governi democristiani, prima. Col compromesso storico, poi. Persino, più di recente, con Monti. Credo sia stato Andreotti a parlare con una delle sue solite battute di “interni, esterni, eterni...”. Ebbene, io che ho attraversato tutte le stagioni, mi definisco comunque un non-nostalgico. Penso che i risultati migliori siano derivati dal primato della politica».

Secondo Floris, il traguardo finale dovrebbe essere quello di «analizzare gli interessi tutti insieme e poi arrivare a una sintesi, ma con una propensione all’ascolto che solo la politica, e non una visione settoriale, può dare». «Soprattutto in un mondo globale, come si può sostenere che quando parliamo di agricoltura non parliamo anche di sanità e di ambiente?», si chiede.

Insomma, per il decano della Regione, quella selezionata dal governatore «è tutta gente perbene, ciascuno di valore nel proprio àmbito». Ma la scelta lo spinge a porre un altro interrogativo: «Come facciamo a lamentarci della mancanza di credibilità delle istituzioni, se poi scegliamo i nostri rappresentanti al di fuori della politica?».

Così Floris aggiunge: «Renzi ha specificato che il suo è un governo politico. Lo stesso ha fatto Alfano. Tutti noi sottolineiamo in continuazione l’importanza dei movimenti, delle associazioni, del volontariato, e mettiamo in risalto il desiderio di partecipazione collettiva. Perché allora non prendere atto che a governare non sarà solo la giunta, visto che per un insieme d’attività l’affiancherà l’intero consiglio regionale? In fondo Pigliaru è stato eletto con il 42% ma ha votato solo la metà dei sardi: vuol dire che ha ottenuto più o meno il 21%». «Lo ricordo perché credo si debba andare avanti su riforme importanti come la Statutaria – conclude Floris – E su questi punti è indipensabile una grandissima unità d’intenti». pgp)

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