La Nuova Sardegna

Abbanoa: «Ce la faremo» I debiti? Quasi un miliardo

di Mauro Lissia
Abbanoa: «Ce la faremo» I debiti? Quasi un miliardo

Rinviata al 19 marzo l’assemblea dei soci, il giorno dopo l’udienza fallimentare Dubbi sull’ammontare dei crediti, si cerca di ridefinire i rapporti con le banche

15 marzo 2014
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CAGLIARI. L’indebitamento complessivo è ormai vicino al miliardo, il 18 marzo il giudice del tribunale nuorese Tiziana Longu esaminerà l’istanza di fallimento presentata dalla Procura, il pm Giangiacomo Pilia attende una relazione tecnica che s’annuncia devastante per iscrivere i primi nomi al registro degli indagati ma i vertici di Abbanoa continuano a rassicurare gli azionisti: tranquilli, dal punto di vista economico l’andamento della società è in miglioramento e va nella direzione del riequilibrio economico di gestione. Difficile comprendere che cosa autorizzi l’amministratore unico Carlo Marconi e il direttore generale Sandro Murtas a diffondere valutazioni ottimistiche sul futuro della società che gestisce il servizio idrico in Sardegna. I dati di bilancio fanno paura, i rapporti con gli utenti viaggiano ormai soprattutto su canali giudiziari, si va avanti a forza di ingiunzioni, pignoramenti, richieste di risarcimento e denunce. Ma i dirigenti rilanciano l’idea che alla fine Abbanoa ce la farà, perché i segnali - dicono loro - ci sono tutti. L’hanno fatto anche ieri all’attesissima assemblea dei soci, aperta e rinviata al 19 marzo non prima che i partecipanti avessero in mano il carteggio legale sull’istanza di fallimento e una relazione sullo stato finanziario e sugli interventi in corso. Nessuna traccia, per adesso, del rapporto finale di Deloitte & Touche, l’advisor che nelle due relazioni finora depositate ha confermato punto per punto i disastri denunciati dagli organi di controllo interni, compresa la sparizione di documenti e l’uso improprio di contributi mirati sulle opere pubbliche per le spese correnti. Ma al di là del parere di Deloitte, i dati contenuti nella relazione datata gennaio 2014 possono indurre a tutto tranne che all’ottimismo. L’indebitamento di Abbanoa è salito a 964 milioni e mezzo di euro malgrado la capitalizzazione decisa dalla Regione. E’ un dato che spaventa, per quanto al terzo trimestre del 2013 risultino crediti per 623 milioni, in crescita rispetto al 2012. Crediti che Abbanoa sta cercando di recuperare attraverso una schiera di uffici legali, ma che risultano in crescita rispetto a due anni prima. E’ un dato attendibile? La risposta spetta al tribunale: bisogna capire se sono in parte prescritti, come sostengono in molti. Se un’altra parte è riferita a utenze ormai in disuso e soprattutto se sulla quota maggiore gravano controversie dall’esito incerto, comunque destinate a chiudersi fra anni e anni. Nel frattempo la dirigenza di Abbanoa sembra impegnata a tenere a bada i creditori e le banche: «Il negoziato per la ristrutturazione del debito - dice la relazione - è in esecuzione». Mentre le fatture sono state già domiciliate in banca. Certo qualche segno positivo, a leggere la relazione, compare timidamente in uno scenario finanziario catastrofico: secondo i dirigenti il sistema informativo sta crescendo e migliorando in efficienza, così come la gestione delle perdite idriche e il lavoro di lettura dei contatori. Rivista in parte l’anagrafe degli utenti sembrano diminuire anche i reclami: erano 32 mila nel 2010, sono calati a 10216 nel 2013, un numero comunque impressionante.

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