La Nuova Sardegna

«La delibera beffa va annullata»

di Silvia Sanna
«La delibera beffa va annullata»

Amadu (Pdl) attacca Cappellacci: ingiusto assegnare più fondi alle aziende sanitarie in perdita

12 marzo 2014
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SASSARI. La delibera che toglie ai buoni per dare ai cattivi fa storcere il naso a molti addetti ai lavori e suscita sospetti e perplessità anche nei palazzi della politica. Tore Amadu, consigliere regionale uscente del Pdl, non le manda a dire: «Appena ho visto come erano stati assegnati i fondi aggiuntivi ho chiesto a Cappellacci di revocare o sospendere il procedimento. I criteri adottati non sono corretti». Nel mirino c’è la delibera numero 9/10 del 5 marzo, con la quale l’ex giunta di centrodestra ha stabilito come spalmare tra le 8 Asl e le 3 Aziende ospedaliero-universitarie dell’isola, i 115 milioni di euro con i quali è stato integrato il fondo sanitario, che ha così raggiunto l’importo di 3 miliardi 90 milioni e spiccioli. La delibera ha suscitato reazioni polemiche anche perché è stata prodotta a tempo abbondantemente scaduto, 17 giorni dopo le elezioni regionali vinte dal centrosinistra guidate dal neo governatore Francesco Pigliaru. Ma, al di là dei tempi, è soprattutto il contenuto che fa discutere. I fondi aggiuntivi (arrivati grazie alla legge regionale 40 del 30 dicembre 2013) sono stati utilizzati per ripianare i debiti di alcune aziende sanitarie. L’operazione di riequilibrio ha avuto però un effetto boomerang: sono stati rimessi in discussione gli stanziamenti già approvati con la precedente delibera del 3 dicembre scorso. Il risultato è che qualcuno dovrà fare i conti con la riduzione dei finanziamenti, altri potranno invece tirare un sospiro di sollievo perché l’iniezione di liquidi servirà a coprire i debiti. Clamoroso il caso della Asl di Oristano, che nel rimescolamento ha perso 10 milioni di euro. Ma neppure l’Azienda mista di Sassari sorride: si sono volatilizzati 5 milioni di euro già promessi. «Fondi indispensabili – dice Amadu – per garantire gli attuali servizi di pronto soccorso, per esempio nella clinica oculistica, in pediatria e ginecologia. A fronte di questi servizi importanti e di una politica vincente di contenimento dei costi, l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari subisce un taglio dei fondi, vittima di un atteggiamento punitivo inaccettabile. Altre gestioni meno virtuose – continua Amadu – invece sono state premiate, ottenendo finanziamenti necessari per mettere a posto il deficit accumulato. A Cappellacci ho chiesto di intervenire immediatamente per rimediare all’ingiustizia». Ma la risposta dell’ex governatore, che lunedì ha difeso le decisioni della giunta e parlato di «atto di responsabilità necessario per consentire alle aziende di chiudere i bilanci entro i termini di legge», non è stata particolarmente soddisfacente. «Mi ha detto che la delibera è arrivata in giunta preconfezionata, sulle base delle indicazioni della commissione consiliare alla Sanità». La stessa commissione che non ha mai potuto visionare la legge 40, quella che autorizzava l’aumento della spesa sanitaria: arrivò in Consiglio tra Natale e Capodanno e fu approvata senza che fosse chiaro il contenuto.

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