La Nuova Sardegna

C’era una volta Atlantide, ma forse era la Sardegna

di Fabio Canessa
C’era una volta Atlantide, ma forse era la Sardegna

Alghero, lezione-spettacolo in teatro del geologo della tv Mario Tozzi. Tra scienza e fantasia con l’accompagnamento musicale di Enzo Favata

10 marzo 2014
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ALGHERO. Una storia che parte da lontano, da molto lontano. Che comincia un miliardo di anni fa e arriva fino al IV secolo avanti Cristo, a Platone.

È la “Sardegna vista da Mario Tozzi”, lezione che il geologo - noto al grande pubblico anche per una serie di fortunate trasmissioni televisive di divulgazione scientifica - ha tenuto l’altra sera ad Alghero.

Lezione-spettacolo perché sul palco del Teatro Civico Tozzi non è solo. C’è anche il sassofonista Enzo Favata.

Gli interventi del musicista accompagnano e intervallano le parole dello scienziato in un coinvolgente “Voyage en Sardaigne” per citare quella che può essere considerata l’opera più importante del jazzista algherese.

Mario Tozzi parte però dalla Sardegna prima della Sardegna. Dall’oceano Tetide, prima del Mar Mediterraneo, dai trilobiti e graptoliti (fossili guida), per arrivare alla grande rotazione che portò la Sardegna - «il territorio italiano più antico» sottolinea il geologo - a staccarsi dal Continente Europeo fino ad assumere la posizione attuale. Milioni di anni fa. «Una terra già antica per gli antichi» ripete spesso Tozzi che spiega il metodo di di datazione, il paleomagnetismo spesso in inglese trasformato in paleomagician.

Magia che c’è nel racconto del ricercatore che dopo questa lunga introduzione arriva ad Atlantide, al mito dell’isola di Atlante menzionato per la prima volta da Platone.

E se quell’isola fosse la Sardegna? Mario Tozzi fa sua l’ipotesi che la pubblicazione del libro di Sergiu Frau, “Le colonne d’Ercole: un’inchiesta” , ha posto all’attenzione di tutti. A sostegno della teoria presenta alcune prove e suggestioni mentre la musica di Favata con suoni moderni e ancestrali contribuisce a rendere più intenso il racconto. Una terra già antica per gli antichi, come sosteneva Platone, una terra con argento nelle vene, una terra ricca di torri. Caratteristiche insomma che si possono attribuire anche alla Sardegna. Platone però parlava di una grande isola dopo le Colonne d'Ercole. E se queste non fossero sempre state dove le indichiamo ora, nello stretto di Gibilterra?

Secondo Tozzi la teoria promossa da Frau risulta plausibile: forse per gli antichi il limite era più a est, il Canale di Sicilia, e quindi la Sardegna potrebbe essere quella grande isola indicata da Platone. Ma perché, se fosse così, le colonne d'Ercole vennero spostate più a occidente fino a Gibilterra? La risposta – spiega il geologo – potrebbe stare nei cambiamenti geografici portati dall'espansione a oriente dalle conquiste di Alessandro Magno. Una ridisegnazione del planisfero per dare alla Grecia la sua centralità. C'è però un altro elemento fondamentale legato la mito dell'isola di Atlante: una catastrofe che avrebbe distrutto quella civiltà così evoluta. Studiando i nuraghi della parte meridionale dell'isola è possibile per Tozzi che la Sardegna venne devastata da un terribile tsunami, causa anche della paura del mare dei sardi e forse di un fuga oltre il Tirreno dove avrebbero dato origine alla civiltà etrusca. Una storia affascinante, da molti contestata: «Fossi sardo – dice Tozzi – ne sarei orgoglioso. Andare alla ricerca delle tracce, di possibili prove, è stata una delle avventure più belle della mia vita».

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