La Nuova Sardegna

Meridiana, vola solo l’incertezza

di Guido Piga
Meridiana, vola solo l’incertezza

Tante ipotesi in contrasto tra compagnia e sindacati per salvare i dipendenti e rilanciare la società

08 marzo 2014
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OLBIA. Incertezza. È la parola che da anni accompagna Meridiana. Incerto è il futuro della compagnia, salvata solo dalle iniezioni di liquidità dell’Aga Khan e dai soldi (pubblici) degli ammortizzatori sociali. Incerto è il destino di 1.200 lavoratori che dal giugno 2015 potrebbero essere licenziati. Incerto, ora, è anche l’anno di avvicinamento a quella drammatica scadenza: perché il ministero del Lavoro ha sospeso la cassa integrazione (per sei mesi) che copre lo stipendio (decurtato del 20%) proprio di quei 1.200 dipendenti, che da tre anni vanno in cassa a rotazione.

Che cosa potrà succedere? Nessuno, il giorno dopo la comunicazione del ministero, ha una risposta. La compagnia confida di smentire le accuse - avanzate da Cgil, Usb e Apm - che hanno portato al blocco: ovvero di aver svuotato Meridiana a favore di Air Italy, società con un costo del lavoro più basso. «Sono le stesse accuse avanzate alle direzioni provinciali di Sassari e Cagliari e respinte», fanno sapere dall’azienda dell’Aga Khan. Che spera che anche Roma segua la stessa strada. E che quindi, nel giro di pochi giorni, l’erogazione della cassa possa riprendere.

In caso contrario, che cosa potrebbe accadere? Due le ipotesi. La prima: se il ministero dovesse dare ragione ai sindacati, la cassa integrazione potrebbe essere revocata e, di fatto, i 1.200 lavoratori tornerebbero in azienda, con il loro stipendio. Un’ipotesi che, fanno sapere dalla compagnia, potrebbe rendere vano il piano di risanamento avviato dall’ad Scaramella su mandato dell’Aga Khan. La seconda ipotesi è collegata alla prima: il rischio, secondo alcune indiscrezioni, è che Meridiana rimetta in servizio i 1.200 dipendenti e poi, immediatamente, chieda per loro la mobilità. Con un anno di anticipo sul 2015. Uno scenario che allarma un po’ tutti. Alcuni sindacati, come l’Usb, propongono di rinunciare alla cassa a favore dei contratti di solidarietà, una soluzione del tipo “meno soldi, ma lavoro per tutti” già sperimentata più volte in Meridiana. Altri, come Ali (associazione dei cassa integrati) e l’eurodeputato Uggias, chiedono che Pigliaru ponga la vertenza al centro dell’agenda della nuova giunta.

In questo quadro, per i lavoratori la preoccupazione è in continuo aumento. In molti la manifestano attraverso i social network. «Come faremo a onorare i nostri impegni? Come pagheremo mutui e rate scolastiche?».

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