La Nuova Sardegna

Pignorato un autospurgo di Abbanoa

Pignorato un autospurgo di Abbanoa

Lanusei, congelato l’uso del mezzo a causa di un debito di 1.712 euro con un utente di Tortolì

07 marzo 2014
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CAGLIARI. Dopo l’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Nuoro, ad Abbanoa arrivano i provvedimenti esecutivi: ieri mattina l’ufficiale giudiziario ha bussato alla sede di Lanusei e ha notificato il pignoramento di un autospurgo, un mezzo necessario per il servizio, che ora potrebbe essere sospeso. Sorprende l’entità del debito, sul quale pesava un’ingiunzione firmata dal giudice di pace di Tortolì il 30 ottobre dell’anno scorso: appena 1.712 euro, per i quali è finito sotto pignoramento un automezzo definito «perfettamente funzionante» il cui valore stimato è di 70 mila euro.

Un fatto davvero inquietante di mala amministrazione, perché non esiste proporzione tra il rischio di perdere la disponibilità di un autospurgo nell’area di Lanusei e un debito così irrilevante. I casi sono due: o gli uffici di Abbanoa non si sono accorti che la procedura esecutiva partita dall’iniziativa di Severino Loddo era così avanti, oppure non c’erano in cassa i soldi per sistemare la pendenza. Ora la società che gestisce il servizio idrico potrà recuperare l’autospurgo, rimasto in custodia alla sede di Lanusei: basterà saldare l’importo del debito e le spese del recupero, insieme a quelle del legale che ha curato la pratica. Ma è chiaro che quanto accaduto è la conferma del caos in cui versa da tempo Abbanoa, la cui situazione finanziaria, al di là delle rassicurazioni fornite al tribunale fallimentare di Nuoro dai suoi legali, è molto preoccupante. Una situazione che sarà al centro dell’assemblea dei soci, in programma il prossimo 14 marzo. Per quella data - così ha assicurato il commissario dell’autorità d’ambito Alessandro Bianchi - sarà pronta la parte finale della relazione elaborata da Deloitte & Touche sullo stato amministrativo della società controllata dalla Regione. I soci pubblici saranno finalmente informati e dovrebbero avere a disposizione i conti dettagliati, che secondo indiscrezioni mostrerebbero un evidente peggioramento. Se l’indebitamento complessivo ammonta a circa 810 milioni, da cui vanno sottratti i crediti, ora si parla di un ulteriore pendenza legata all’energia: sarebbero 80 milioni, con azioni di recupero in fase d’avvio.

Come Abbanoa intenda venir fuori da questa palude finanziaria è tutto da scoprire. Il difensore della società, l’avvocato Giuseppe Macciotta, ha sostenuto davanti alla sezione fallimentare di Nuoro che la situazione è sotto controllo e che «non sussistono i presupposti per la dichiarazione di fallimento» perchè la Regione ha capitalizzato la società con 142 milioni di euro ed esiste un piano di ristrutturazione rivolto a superare quella che il legale definisce «mera tensione finanziaria o di illiquidità temporanea». Abbanoa poi rivendica crediti verso clienti ed enti pubblici che secondo la memoria firmata dall’avvocato Macciotta ammonterebbero a 589 milioni di euro. Come dire che la società è in difficoltà ma potrà uscirne. Assemblea a parte, la prossima data importante nel cammino di Abbanoa è il 18 marzo: quel giorno il giudice di Nuoro deciderà se la procedura fallimentare deve andare avanti, se deve andare avanti a Nuoro o se dev’essere Cagliari la sede giudiziaria competente. (m.l)

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