La Nuova Sardegna

Pompei continua a franare, la magistratura apre un’inchiesta

NAPOLI. Tre episodi in meno di 48 ore. È il dissesto idrogeologico ad avere causato, negli scavi di Pompei, gli ultimi crolli delle mura antiche. Nella notte scorsa si è sbriciolata la parete di...

04 marzo 2014
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NAPOLI. Tre episodi in meno di 48 ore. È il dissesto idrogeologico ad avere causato, negli scavi di Pompei, gli ultimi crolli delle mura antiche. Nella notte scorsa si è sbriciolata la parete di contenimento alta due metri in un’area non scavata di via Nola. Non si tratta di un gravissimo danno da un punto di vista del valore archeologico, ma il direttore degli scavi, Grete Stefani ammette: «È un campanello d'allarme in quella zona, potrebbero verificarsene altri».

Oggi il ministro di Beni culturali, Dario Franceschini, presiederà a Roma un vertice per fare il punto sulla situazione, mentre la procura della Repubblica di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. Al governo si rivolge l'assessore ai Beni culturali della Campania, Pasquale Sommese, chiedendo interventi immediati. Oggi Franceschini riunisce un tavolo tecnico con tutti i vertici della Soprintendenza, ai quali ha chiesto un rapporto sulla manutenzione del sito archeologico e sul crono programma del Grande Progetto Pompei. «Una riunione operativa per affrontare questa emergenza, che purtroppo è continua», dice il ministro.

Sindacati e rappresentanti politici e istituzionali incalzano Franceschini sull'urgenza di intervenire. «Occorre un piano di interventi straordinario che metta in sicurezza l'intera area, perché se su questi terreni non viene garantito un drenaggio forte delle acque piovane, Pompei è destinata a crollare per intero», è l'allarme lanciato dal presidente della commissione nazionale italiana per l'Unesco, Giovanni Puglisi. «Dopo l'ennesimo crollo – ricorda Puglisi – non c'è più tempo da perdere; bisogna agire urgentemente dal punto di vista geologico e geo-idrico. La cosa da fare è un intervento straordinario su tutta l'area di Pompei, non soltanto sul versante archeologico, ma anche su quello idrogeologico: questo è il vero nodo».

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