La Nuova Sardegna

E Porto Torres alza la voce: ci siamo anche noi

di Gianni Bazzoni

SASSARI. Quello dell’Autorità portuale potrebbe essere il primo banco di prova per la (nascente) giunta regionale e per il governo nazionale di Matteo Renzi. La bussola della politica deve tornare a...

02 marzo 2014
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SASSARI. Quello dell’Autorità portuale potrebbe essere il primo banco di prova per la (nascente) giunta regionale e per il governo nazionale di Matteo Renzi. La bussola della politica deve tornare a segnare anche il nord: questa la richiesta. Le proteste e le proposte del nord-ovest della Sardegna tornano sul tavolo con una accresciuta convinzione: la nomina va fatta tenendo conto delle competenze. Senza trascurare il discorso, finora banalizzato,dell’alternanza tra la Gallura e il nord dell’Isola. Quella dell’Authority è una nomina politica, ma il territorio del Sassarese - pur contando su candidati espressione della coalizione che esprimeva il governo regionale e nazionale - non era riuscito a fare passare la proposta. E anche il commissario era stato nominato con lo stesso criterio, anzi con l’aggiunta che - secondo i contestatori - la chiamata era stata «studiata» per consentire a chi non aveva i requisiti - nel caso di Fedele Sanciu - di maturarli.

La domanda era semplice: chi non può fare il presidente come fa a essere nominato commissario?

Risposte adeguate non ne erano arrivate, e il nord-ovest era rimasto ancora fuori dalla corsa per la presidenza dell’Autorità portuale. Tanto che erano saltate fuori anche iniziative per decidere l’uscita di Porto Torres dall’Authority: una scelta folle, perché i finanziamenti vengono erogati prima di tutto agli scali inseriti nelle Autorità portuale, e poi - in caso di rimanenza - ad altri. Facile immaginare, visto come vanno le cose, che non ci sarebbero state neanche le briciole per Porto Torres.

Ora si torna alla carica. Il Sassarese chiede che alla guida dell’Autorità portuale venga nominato un tecnico competente, possibilmente tenendo conto dell’alternanza (che non guasta). E si riparla di programmazione in una dimensione extra locale, senza guardare alla inutile concorrenza tra gli scali di Olbia e Porto Torres ma alla complementarità, sulla base delle caratteristiche tecniche, le potenzialità reali e la posizione strategica nello scenario internazionale. Porto Torres ha sofferto molto: lavori in ritardo, progetti congelati, promozioni mancate. E con l’Autorità portuale ha accettato di partire auspicando una ragionevole alternanza alla presidenza. Che non c’è mai stata. Ora ci riprova.

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