La Nuova Sardegna

Processo a Rocca, si riparte

Processo a Rocca, si riparte

Dopo lo stop per lo sciopero degli avvocati, udienza fissata giovedì 6 marzo

27 febbraio 2014
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NUORO. Due udienze saltate per lo sciopero degli avvocati, e la prossima tappa, in corte d’assise, che slitta – è decisione di ieri – a giovedì 6 marzo. Sembrava essersi attestato su un ritmo piuttosto vivace, il processo nuorese per l’omicidio di Dina Dore, che vede a giudizio il marito Francesco Rocca nel ruolo di presunto mandante, e invece, l’astensione dalle udienze proclamata nelle scorse settimane dagli avvocati sardi e da quelli del resto d’Italia per protestare contro il disegno di legge che vuole riformare il codice di procedura civile, ha comportato un nuovo stop e un conseguente allungamento dei tempi.

Tutto rinviato, dunque, di poco più di una settimana, ma anche il 6 marzo non è detto che il processo comunque si riesca a celebrare: bisognerà prima capire se e come gli avvocati nuoresi e del resto dell’isola decidono di portare avanti la loro battaglia.

Finora, al processo Rocca, sono stati sentiti poco più di una ventina di testimoni dell’accusa, rappresentata dal pm della Dda di Cagliari Danilo Tronci.

E sin dall’inizio non sono mancati i piccoli e grandi colpi di scena: ricordi che spuntano dal passato e che sinora non erano mai stati rivelati, amici di sempre che diventano nemici, nuove accuse rivolte a Francesco Rocca.

E soprattutto un intero paese spaccato, diviso, a volte persino straziato da rancori, odi, vecchie e nuove antipatie che stanno logorando diverse famiglie di Gavoi. Ma il vero e grande colpo di scena, la sorpresa che, fatte eccezione per gli investigatori, nessuno certamente si aspettava è scoprire, dalle testimonianze, che almeno una decina di persone, in paese, quella sera maledetta del 26 marzo 2008, aveva visto, sentito, osservato qualcosa o qualcuno. E non tutti, almeno all’inizio, avevano parlato o rivelato quanto sapevano.

Tra tanti, c’è stato persino chi aveva sentito, a poche centinaia di metri in linea d’aria, il pianto prolungato di una bimba, e il grido disperato di una donna. Ma, come ha spiegato in udienza, non aveva pensato a nulla di male. (v.g.)

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