La Nuova Sardegna

denuncia dei sindacati

«Banche lontane dalle imprese e dalle famiglie»

di Antonio Meloni
«Banche lontane dalle imprese e dalle famiglie»

SASSARI. Una banca dal volto umano, radicata nel territorio, rivolta alle imprese e più attenta alle esigenze della famiglia. La richiesta arriva dall’assemblea dei bancari aderenti alla Cisl che...

25 febbraio 2014
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SASSARI. Una banca dal volto umano, radicata nel territorio, rivolta alle imprese e più attenta alle esigenze della famiglia. La richiesta arriva dall’assemblea dei bancari aderenti alla Cisl che hanno fatto il punto sulla crisi del settore a Sassari in una partecipata riunione all’hotel Carlo Felice. È a tinte fosche l’istantanea scattata dal centro studi che ha redatto il rapporto presentato durante l’incontro. Tra i settori produttivi più colpiti, quello delle costruzioni in cui il calo delle compravendite immobiliari ha fatto registrare – dato riferito al 2013 – un meno 14,4 per cento. Situazione resa ancora più preoccupante dalla difficoltà di accesso ai mutui da parte di famiglie e singoli. «Un quadro di generale incertezza economica – rimarcano gli esperti del sindacato – anche perché le banche finanziano solo una parte del valore dell’immobile rendendo necessario un capitale iniziale considerevole». Stando al rapporto della Fiba Cisl crescono, inoltre, le difficoltà a pagare i debiti contratti con le banche, specie da parte delle imprese con più di venti dipendenti, nella misura del 9,6 per cento del totale, valore che, a fine 2012 era fermo all’8,6 per cento.

A questi casi si sommano le situazioni di grave difficoltà che rappresentano il 18 per cento del totale dei prestiti. Il sindacato punta l’indice su un modello di banca-finanza sempre più avulso dal contesto sociale e lontano dai problemi del cittadino. La ricetta confezionata dal segretario territoriale Fiba Cisl, Ettore Erriquez, nasce dalla necessità che le banche tornino a fare attività tradizionale con un occhio di riguardo verso le imprese e le famiglie, unica via per riavviare il motore della produzione. «Ma quella necessità – spiega Erriquez – si scontra con le dichiarate difficoltà a fare utili per via dei limiti imposti dalle normative europee, dalla crisi in atto e dagli errori commessi dai banchieri. Per il sindacato è arrivato il momento di promuovere un sistema bancario che fornisca nuovi servizi puntando su modelli di business diversi che garantiscano il loro radicamento sul territorio e forniscano servizi innovativi, socialmente utili». Posizione ampiamente condivisa dai colleghi delle altre sigle che rilanciano i temi al centro della vertenza bancaria in atto ormai da mesi. Laura Urgeghe (Fisac Cgil), per la quale è indispensabile fare una distinzione tra banca tradizionale e banca d’affari, avanza una proposta progettuale legata all’attivazione di un tavolo confederale aperto a tutte le sigle del credito per rivendicare un modello rivolto al sistema delle imprese e alle famiglie.

Sulla stessa frequenza è sintonizzato Giovanni Dettori (Filca Uil) che conclude: «Non si può non essere d’accordo su posizioni che rivendicano la necessità di ripensare un sistema creditizio orientato verso le esigenze delle imprese e delle famiglie».

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