La Nuova Sardegna

Aree marine protette, bocciata la Regione

Aree marine protette, bocciata la Regione

La sezione di controllo: «Manca la valutazione degli interventi effettuati Personale insufficiente, finanziamenti oscillanti, competenze sovrapposte»

25 febbraio 2014
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CAGLIARI. Incertezza sulla continuità della verifica e sulla programmazione delle attività a causa dei contratti a tempo del personale, scarso coordinamento fra gli enti preposti alla vigilanza amministrativa e finanziaria (ministero dell’Ambiente, Stato e Regione), oscillazione dei finanziamenti e carenza di valutazione per misurare l'efficacia dei programmi sulle azioni.

L’indagine. È un atto d’accusa molto pesante quello che la sezione del controllo per la Regione Sardegna della Corte dei conti ha formulato dopo l'indagine effettuata sulle risorse finanziarie e le forme di gestione delle aree marine protette della Sardegna dal 2009 al 2012: sotto esame Capo Carbonara, Penisola del Sinis, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Capo Caccia-Isola Piana (escluse invece La Maddalena e l’Asinara, che sono parchi nazionali).

Gli effetti. Nella sua relazione il magistrato Valeria Mistretta ha ricordato che in questi quattro anni «non risulta che l'amministrazione regionale abbia fatto valutazioni ex post sugli interventi effettuati, al fine di poter verificare i loro effetti sul territorio, affrontare le problematiche e pianificare le eventuali correzioni e i successivi interventi».

Quattro milioni. Complessivamente nel quadriennio alle aree marine protette della Sardegna sono stati trasferiti oltre 11,5 milioni di euro, la maggior parte nel 2011 (4,2 milioni di euro), meno nel 2012 (2,3 milioni). L'area marina protetta che ha beneficiato di risorse più cospicue è quella di Tavolara-Punta Coda Cavallo con poco meno di cinque milioni. In questi quattro anni la Regione ha stanziato circa quattro milioni di euro.

Habitat naturali. La Regione sarda, nelle controdeduzioni, ha ribadito che non ha competenze in materia di gestione e controllo sulla aree marine protette, ma che tutela la fauna e dà attuazione alle direttive comunitarie sulla conservazione degli habitat naturali. La Corte dei conti ha rilevato però che «alla luce di accordi firmati anche dalla Regione, non si può ritenere che l'amministrazione regionale non abbia competenze sulle aree marine ricadenti nel territorio dell'Isola».

Scarso coordinamento. Da qui le censure rivolte dai giudici contabili alla Regione: personale non sufficiente e pagato in modo inadeguato, scarso coordinamento tra gli enti che sovrintendono alla gestione, sovrapposizione di competenze.

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