La Nuova Sardegna

“La torre d’avorio”, Luca Zingaretti tra l’arte e il potere

di Walter Porcedda
“La torre d’avorio”, Luca Zingaretti tra l’arte e il potere

Regista del suo nuovo spettacolo in scena a Sassari e a Cagliari

21 febbraio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La cultura e il potere. Quanta autonomia ha un artista nei confronti di chi esercita il comando di una nazione? Ancora di più: in un paese dominato da una dittatura totalizzante e spietata come quella hitleriana che portò il mondo sull’orlo della distruzione? Attorno a questi interrogativi scava e riflette “La torre d’avorio” testo teatrale scritto da Ronald Harwood, autore di classici come “Servo in scena” e di sceneggiature come quella per “Il pianista”, film di Roman Polanski premiata con l’Oscar nel 2003 e tratta da libro omonimo di Wladyslaw Szpilman. Testo portato ora in scena da Luca Zingaretti, nella duplice veste di regista e attore protagonista nello spettacolo in scena domani e domenica alle ore 21 al teatro Comunale di Sassari e da martedì sino a domenica 2 marzo al Massimo di Cagliari per il cartellone Cedac (tutte le sere alle 20,30, domenica alle 19).

Al centro di questo formidabile ingaretti in scenae incalzante testo ambientato nella Berlino del dopoguerra, nel 1946, in piena epoca di “denazificazione” – il rapporto ravvicinato tra il maggiore americano Steve Arnold incaricato di condurre indagini sull’adesione al partito di Hitler e il grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler, uno dei principali artisti della Germania, che aveva deciso di non abbandonare il Paese bensì di restarvi, pur dissentendo dalle politiche del Terzo Reich e quelle del partito nazionalsocialista del quale non aveva mai preso la tessera. Il rapporto ravviccinato tra i due mette in campo due diverse interpretazioni della realtà. Da una parte il maggiore che odia ttutti gli atti compiuti dai nazisti e che quindi condanna chi non si è opposto. Dall’altra invece quella di un artista che ha voluto mantenere accesa la speranza dell’arte e della cultura mentre il mondo e il suo stesso Paese bruciava per la guerra.

Con Luca Zingaretti in scena anche Massimo De Francovich, Paolo Briguglia, Gianluigi Fogacci, Francesca Ciochetti, Caterina Gramaglia. Scene di Andrè Benaim, Costumi di Chiara Ferrantini e luci di Pasquale Mari. La regia è di Luca Zingaretti.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative