La Nuova Sardegna

Pps, tutti contro Cappellacci

di Luca Rojch
Pps, tutti contro Cappellacci

Elezioni regionali, il tentativo di approvare il Piano prima del voto scatena la rivolta di ecologisti e avversari

13 febbraio 2014
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SASSARI. Mattone dopo mattone. Il governatore candidato, Ugo Cappellacci, punta ad approvare il suo Piano paesaggistico dei sardi entro domani. Molti parlano di cemento elettorale. Ma per il candidato del centrodestra è una inevitabile necessità per l’immediato rilancio dell’economia. Intorno alla scelta del presidente in corsa si è già scatenata la bufera. In molti sono pronti a demolire il Piano che ristruttura dal profondo il Ppr varato dalla giunta Soru. A dire il vero sembra un edificio del tutto diverso, che vuole sorgere sulle macerie del piano precedente.

Percorso a ostacoli. Il Pps, presentato poco prima delle elezioni, in teoria doveva essere la nuova bibbia del mattone. Doveva dettare le regole ai sardi su dove sarebbe stato possibile costruire nell’isola. Ma è ancora arenato negli uffici del Savi, il servizio Sostenibilità ambientale e valutazione impatti, che non ha dato il via libera. Cappellacci ha annunciato che è pronto a commissariare il Savi se non darà subito il via libera. Ma il percorso del suo Pps è molto più accidentato di quanto il candidato del centrodestra lasci intendere. Il governo Letta ha impugnato il provvedimento, ha sollevato un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Il ministero aveva denunciato l’assenza di procedure di co-pianificazione della legge.

Gli ambientalisti. Il primo a tirare mattonate contro l’annuncio del governatore è il Gruppo di intervento giuridico. «Abbiamo nel cassetto il ricorso già pronto contro la legge – spiega il presidente del Gruppo di intervento giuridico Stefano Deliperi –. Ma se Cappellacci commissaria il Savi presenteremo denuncia alla procura della Repubblica. La scelta di Cappellacci di approvare il Pps prima del voto è la degna conclusione di una operazione che stravolge il Ppr. Un piano illegittimo da tutti i punti di vista, come dimostra la scelta del governo di impugnarlo. Cappellacci ne uscirà con le ossa rotte, ma a lui interessa solo fare un’operazione elettorale. In realtà danneggia i sardi». Anche il Fai mostra grandi perplessità. «Ci siamo già rivolti al Ministro – dice la presidente del Fai Maria Grazia Piras –. Abbiamo chiesto a Cappellacci la convocazione di un tavolo con tutte le componenti per verificare l’impatto ambientale e le procedure».

La politica. Colpi di maglio arriva dal candidato governatore per il centrosinistra Francesco Pigliaru. «Cappellacci minaccia di commissariare il Savi perché si rifiuta di esprimere il parere sul nuovo Ppr – afferma –. Non è contento di aver commissariato tutto, i Consorzi di bonifica, le Agenzie, le Province, le Asl. Ogni volta ha detto che avrebbe fatto le riforme. Ora vuole commissariare anche dirigenti e funzionari che rispettano la legge e non rispondono ai suoi ordini. Se deve fare campagna elettorale appenda manifesti, ma non usi le istituzioni e non si permetta di stravolgere il diritto dentro le istituzioni». Ma gli attacchi al progetto di Cappellacci arrivano anche dal segretario nazionale dell’Upc, Antonio Satta. «L’esecutivo – spiega Satta – prepara l’assalto finale alle coste della Sardegna, minaccia dirigenti e funzionari che non obbediscono agli ordini. È una campagna elettorale viziata da un abuso di potere». Critico anche il senatore di Sel Luciano Uras. «La giunta Cappellacci – afferma –. Con gli ultimi colpi di coda cerca di agguantare i voti che non merita perché ha fallito su tutti i fronti, compreso quello del tentativo di smantellare il Piano paesaggistico regionale. Cappellacci e la sua giunta continuano a voler approvare a pochi giorni dalle elezioni regionali, un nuovo Piano paesaggistico che in realtà di nuovo non ha nulla. Conferma la cultura di destra della devastazione, a cui si sono ispirate tutte le deroghe in materia edilizia dei Piani casa che hanno trasformato i seminterrati in civili abitazioni».

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