La Nuova Sardegna

Pasticcio in aeroporto, volano 6 milioni

di Paolo Merlini
Pasticcio in aeroporto, volano 6 milioni

Tortolì, regalo di fine legislatura agli amministratori. Ma la pista rischia di restare chiusa per i debiti del consorzio

31 gennaio 2014
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Oltre ai quindici milioni per il polo dei culurgiones, sottratti in larga parte alla nautica, il governatore uscente Ugo Cappellacci ha fatto un altro regalo di fine legislatura agli amministratori locali ogliastrini, in buona parte suoi fedelissimi. Il 20 dicembre scorso infatti la sua giunta ha assegnato al Comune di Tortolì un finanziamento di sei milioni di euro per acquistare l'aeroporto dell'ex Cartiera, chiuso da quattro anni. Un presente in zona Cesarini per il suo grande elettore Mimmo Lerede, sindaco costretto alle dimissioni nei mesi scorsi dopo che 11 consiglieri gli hanno voltato le spalle provocando l'arrivo di un commissario.

Lerede, medico anestesista prestato alla politica, quel finanziamento lo aspettava da tempo, ma proprio ora che è arrivato si trova a non dover gestire la possibilità di resuscitare uno scalo aeroportuale che molti, in Ogliastra, vedono come strumento indispensabile per lo sviluppo turistico del territorio. In realtà l'ex sindaco avrà comunque una parte nella vicenda, perché rassegnando obtorto collo le dimissioni da sindaco ha mantenuto l'incarico di commissario del Consorzio industriale provinciale dell'Ogliastra, ente disastrato con un passivo di dodici milioni, proprietario dell'aeroporto di Tortolì. I soldi del Comune, insomma, dimezzerebbero il “rosso” del consorzio.

Ma la strada per riaprire lo scalo ogliastrino è in salita. Ed è probabile che quei quattrini tornino al mittente, cioè alla Regione, lasciando a bocca asciutta i creditori del consorzio e gli ogliastrini stanchi di dover percorrere chilometri di curve per raggiungere gli aeroporti di Olbia (170 km) o Cagliari (140).

I principali creditori del consorzio sono l’istituto di credito milanese Meliorbanca e l’imprenditore turistico Giorgio Mazzella. Quest’ultimo ha acquistato l’aeroporto nel 1993 principalmente per trasportare turisti destinati al suo piccolo impero alberghiero. In funzione da metà maggio a metà ottobre, lo scalo riuscì comunque a garantire utili alla società creata appositamente, l'AliArbatax. In quei periodi i dati dell'azienda parlano di cinquantamila passeggeri l'anno, dato che porta il Consorzio industriale dell'Ogliastra al grande passo dell’acquisizione pubblica. A partire dal 2002 il consorzio si impegna a versare in due tranche una somma superiore a cinque milioni di euro. Il problema è che quei fondi il consorzio non li aveva: per ottenerli ha dovuto contrarre un mutuo con Meliorbanca, prestito che sostanzialmente non onorerà, aggiungendo l'istituto di credito al lungo elenco dei propri creditori. Di recente anche Mazzella ha chiesto il pignoramento dei beni dell’ente perché non ha ricevuto interamente la somma pattuita. È abbastanza evidente a questo punto che gli amministratori del consorzio non sono stati proprio delle aquile, anche perché hanno sottoscritto una clausola che affida sino al 2024 la gestione dello scalo allo stesso Mazzella, tramite la controllata Gearto.

Nel giugno 2009 ci aveva provato anche Meridiana, sicura del successo di un volo quotidiano per Roma (sei giorni la settimana). All'arrivo del primo Atr 42 è presente anche il neo presidente della Regione Ugo Cappellacci, che concede la continuità territoriale e promette un radioso futuro per lo scalo. In realtà è l'ennesimo fallimento, perché l'ultimo volo è nell’ottobre dello stesso anno, e da allora a Tortolì non hanno più visto un aereo.

Cosa accadrà adesso? I beniformati dicono che il commissario nominato da Cappellacci, Vincenzo Basciu, non abbia intenzione di infilarsi in questo ginepraio e lascerà la palla al prossimo sindaco di Tortolì.

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