La Nuova Sardegna

Ferito don Usai, in udienza è subito giallo

di Caterina Cossu
Ferito don Usai, in udienza è subito giallo

Incidente stradale vicino a Oristano. In aula nuove accuse al prete-imputato: avrebbe cercato di condizionare una teste

31 gennaio 2014
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ORISTANO. «Ho perso il controllo della macchina senza un motivo preciso». Don Giovanni Usai è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano ieri mattina: frattura del bacino e lesioni alle gambe. Spaventato e dolorante, ha raccontato ai familiari quel che ricordava dell’incidente ed è stato poi trasferito in Ortopedia e nel primo pomeriggio in Rianimazione, per la preparazione a un lungo intervento iniziato in serata e andato bene. Stava arrivando a Oristano da Assolo, il paese natale, dove ora abita nella casa di famiglia.

La data era cruciale per lui, visto l'appuntamento per l'udienza in tribunale alle 9,30 durante la quale sarebbero stati sentite le deposizioni di testimoni chiamati in aula dal pubblico ministero Andrea Padalino. Il processo è quello nel quale il sacerdote è imputato per favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale.

Ecco che cosa si è potuto desumere dal racconto del sacerdote su un fatto che presenta ancora lati da chiarire. Il religioso ha detto che attorno alle 8 del mattino stava passando lungo il rettilineo della provinciale 52 che, ad Arborea, porta alla comunità per il recupero dei detenuti Il Samaritano, quella di cui è fondatore e nella quale si sarebbero verificati i fatti di cui è accusato.

Don Giovanni Usai andava a prendere l’amico di una vita, il suo collaboratore e braccio destro Sebastiano Masala, per poi andare assieme in tribunale. Al chilometro 3 la sua Fiat 16 però è uscita di strada, travolgendo un palo in ferro della segnaletica stradale e andandosi a schiantare contro un grosso pino sul margine destro della strada.

L’auto è andata distrutta, come rilevato dai carabinieri della stazione di Arborea, e la prognosi per il sacerdote è di 90 giorni.

Ma non sono gli unici guai che don Giovanni Usai dovrà affrontare nei prossimi mesi. Mentre il suo avvocato difensore, Annamaria Uras, ha chiesto il rinvio del processo proprio a causa dell’incidente, il procuratore capo ha buttato sul piatto un’accusa molto pesante per il prete, dalla quale potrebbero scaturire nuovi sviluppi processuali. Nella notte tra mercoledì e giovedì, infatti, don Usai si sarebbe recato a casa di uno dei testi dell’accusa, Josephine Omosigho, una ragazza nigeriana che ha vissuto in comunità e amica di un’altra delle nigeriane accusate di essersi prostituite al Samaritano, Blessing Ogenowo.

La ragazza, nelle deposizioni fatte alla polizia giudiziaria, ha definito il sacerdote “come un padre per me”. Ieri mattina avrebbe dovuto raccontare qual era la vita all’interno della comunità e i suoi rapporti con gli ospiti e il sacerdote stesso.

Ma don Usai, secondo quanto riferito in aula dal pm Andrea Padalino, l’avrebbe voluta incontrare per chiederle tra le lacrime di non testimoniare, perché diversamente lui stesso avrebbe rischiato di finire in carcere.

La Procura avrebbe appreso dell'accaduto grazie a un filmato girato con un tablet dal marito della nigeriana durante la visita del sacerdote nell’abitazione. Filmato che deve ancora essere depositato e sul quale saranno disposti i dovuti accertamenti.

Tuttavia il difensore dell’accusato, Annamaria Uras, ha replicato parlando di accuse per il momento non provate. In seguito all’incidente stradale e alle sue conseguenze, comunque, Per ora il processo è stato rinviato al prossimo 10 aprile.

Nel frattempo, sin da oggi e dai prossimi giorni, si capirà meglio come saranno formalizzati i nuovi elementi raccolti dall’accusa a carico del sacerdote. Il prete a ogni modo dovrà restare ricoverato ancora per diverse settimante.

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