La Nuova Sardegna

Lo Sdirs: «Basta assunzioni politiche alla Regione»

Lo Sdirs: «Basta assunzioni politiche alla Regione»

Il sindacato dei dirigenti chiede concorsi pubblici e carriere basate sul merito

30 gennaio 2014
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CAGLIARI. Il ricorso al personale esterno, le assunzioni senza concorso, le selezioni condotte con criteri incerti: è arrivata l’ora di finirla. Devono prevalere il merito, il talento e l’efficienza. A sostenerlo è lo Sdirs, il sindacato dei dirigenti e dei direttivi della Regione, in una lettera aperta destinata a tutti i candidati alla presidenza della Regione in vista delle elezioni di febbraio. In cinque cartelle ricche di riferimenti a norme e a diritti non sempre rispettati i dirigenti regionali rilanciano una battaglia che finora li ha visti soccombere rispetto ad amministrazioni che sembrano fare prevalere i criteri di scelta politica su quelli legati al valore di chi deve far funzionare la macchina burocratica.

«Occorre ribadire - è scritto nella lettera - che l’accesso agli uffici dell’amministrazione deve avvenire tramite concorso pubblico, da gestire evidentemente in maniera più razionale, più trasparente e più efficiente rispetto al passato. C’è bisogno di formazione, aggiornamento e riqualificazione del personale - è scritto ancora nella nota - mettendo al centro delle relative politiche le molte professionalità presenti nell’amministrazione regionale e c’è altrettanto bisogno, facendolo funzionare una volta per tutte, di un adeguato, non meramente formale, sistema di valutazione dell’azione della risorsa umana e degli uffici, capace di premiare veramente il merito».

La lettera non lo dice, ma forse l’iniziativa è legata anche alla vicenda controversa del piano paesaggistico: l’amministrazione Cappellacci ha affidato la gran parte del lavoro di revisione a tecnici esterni, precari, escludendo il personale stabile. Ed è di appena pochi giorni fa la clamorosa iniziativa del sindacato: un esposto alla Procura per segnalare il piano di stabilizzazioni senza concorso di una parte dei precari, escludendone altri. La Sdirs fa infatti riferimento ai «contratti flessibili» e scrive che «il frequente ricorso a questi ultimi, seppur non particolarmente favorito dal quadro normativo, ha mostrato l’incapacità, ma anche, in qualche caso, la non volontà dell’amministrazione regionale di far fronte alle proprie esigenze con il personale di ruolo. E’ risultato conveniente ricorrere a tale strumento, sia per poter aggirare gli assurdi vincoli procedurali nella mobilità del personale all’interno dell’amministrazione e tra questa e gli enti ed agenzie regionali, sia per la possibilità di operare la selezione con maggiore discrezionalità e senza il “peso” delle procedure concorsuali».

Scrive ancora lo Sdirs: «Senza tema di smentita si può affermare che anche nella nostra Regione si è radicata la carenza di comportamenti etici nella gestione delle risorse soprattutto grazie ad una forte ingerenza della classe politica che, nonostante il principio di separazione-distinzione dell’attività politica da quella amministrativa, mal sopporta la sua esclusione dalla gestione». (m.l)

 

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