La Nuova Sardegna

Su “Detto, fatto” l’Agcom bacchetta il governatore

Su “Detto, fatto” l’Agcom bacchetta il governatore

Per l’Autorità l’ebook è una violazione della par condicio Scoppia la polemica tra Silvio Lai (Pd) e Pietro Pittalis (Fi)

24 gennaio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Detto, fatto, cancellato. L’Agcom richiama la Regione e agita anche la possibilità di una sanzione. Tutta colpa dell’opuscolo digitale “Detto, fatto” con cui Ugo Cappellacci voleva illustrare l’attività della giunta e del governatore in questi 5 anni di guida della Regione. Un ebook che per molti aveva un po’ il sapore di documento di propaganda.

Così si è aperta una verifica da parte dell’Autorità garante per le comunicazioni. E dopo una rapida verifica l’Agcom è arrivata a una conclusione. Nel periodo di campagna elettorale in cui il governatore è candidato per un nuovo mandato il libretto digitale è una palese violazione della par condicio.

La delibera. La decisione dell’Autorità è come un nuovo siluro contro la giunta Cappellacci, già agitata dal caso Flotta sarda. Il contenuto della delibera dell’Agcom era stato anticipato dal segretario regionale del Pd Silvio Lai. La decisione dell’Autorità arriva dopo la segnalazione del Corecom, il Comitato regionale sulla comunicazione, del libretto “Detto, fatto” comparso sul sito della Regione.

L’attacco di Lai. «È una violazione gravissima, già segnalata dai media – dice Silvio Lai – Cappellacci continua a dimostrare la sua scorrettezza nell’uso distorto delle istituzioni che rappresenta. Lo fa con le conferenze stampa elettorali fatte nelle sedi istituzionali, o con la firma di protocolli nei territori in cui per 5 anni non ha fatto niente».

La risposta di Pittalis. Difende la validità dell’ebook il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Pietro Pittalis. «Non c'è nessuna sanzione, ma solo un invito alla rimozione dell’opuscolo “Detto Fatto” – dice Pittalis –. Il segretario del Pd continua ad essere il principe della doppia morale. Forse dimentica che il suo presidente Renato Soru fece un opuscolo da diffondere a 50 mila famiglie sarde. Allora forse Lai riteneva che fosse una straordinaria operazione di trasparenza, ma quando viene fatta da un altra parte politica diventa una porcheria».

La sanzione. Non ci sono per ora sanzioni pecuniarie. La Regione dovrà pubblicare sulla home page del sito istituzionale, entro tre giorni dalla notifica del provvedimento e per due settimane, un messaggio che indichi la non rispondenza a quanto previsto dalla legge sulla par condicio. Se questo non accadrà la Regione dovrà pagare una sanzione da 10mila a 250mila euro.

Le contestazioni. L’Autorità garante delle comunicazioni contesta i tempi in cui è stato pubblicato l’opuscolo, poteva essere anche caricato sul sito in qualsiasi altro periodo dell’anno. Ma L’Agcom punta il dito anche contro la scelta di personalizzare il contenuto della pubblicazione e di mettere in evidenza l’immagine di Cappellacci. (l.roj)

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative