La Nuova Sardegna

E.On annuncia 60 nuovi esuberi a Fiume Santo

di Pinuccio Saba
E.On annuncia 60 nuovi esuberi a Fiume Santo

La mobilità scatterà entro otto mesi. Escluso il reimpiego In arrivo altri tagli anche nel settore delle manutenzioni

23 gennaio 2014
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SASSARI. La comunicazione è stata secca come una scudisciata in pieno volto: siccome a Fiume Santo i gruppi di produzione 1 e 2 sono da considerarsi in fermata definitiva, l’azienda denuncia 60 esuberi. Questo, in sintesi, il discorso del responsabile delle Risorse umane e sviluppo territoriale di E.On Paolo Venerucci ai segretari generali e territoriali di Filctem-Cgil, Uiltec-Uil, Flaei-Cisl e Cisal-Federenergia che i vertici della multinazionale tedesca avevano convocato in centrale.

Una mossa che, per la verità, non ha sorpreso più di tanto i dirigenti sindacali: da quasi due anni E.On ha annunciato l’intenzione di tagliare il personale della centrale, dimezzando praticamente il numero dei 263 dipendenti in base al progetto di razionalizzazione delle risorse “E.On.2”, processo di dimagrimentoche dovrebbe che dovrebbe concludersi entro quest’anno.

Tutto aritmetico il ragionamento che sta alla base degli esuberi annunciati da E.On. Nei gruppi 1 e 2 lavorano 24 turnisti e 36 giornalieri e con la fermata definitiva dei due impianti quei 60 lavoratori sono “inutili”. La dismissione forzosa dei due gruppi di produzione si è quindi trasformata in un assist per la multinazionale tedesca che ha annunciato l’avvio delle procedure di mobilità per poco meno di un quarto della forza lavoro della centrale.

E poco importa se a quei sessanta esuberi, se ne aggiungeranno altrettanti (se non di più) nel settore delle manutenzioni affidato alle imprese esterne, imprese già falcidiate dai tagli all’indotto decisi da E.On. Come sembra non importare a nessuno il fatto che il territorio, con la chiusura dei gruppi 1 e 2, perda altre due unità produttive in un comparto – quello industriale – già massacrato dalla crisi.

Una situazione, l’assenza delle istituzioni soprattutto della Regione, che le organizzazioni sindacali denunciano da tempo.

Per i sessanta lavoratori l’uscita dalla centrale non sarà però immediata. Ci sono ancora da mettere in sicurezza proprio i due impianti che, fino allo scorso anno, marciavano in deroga a ogni norma ambientale comunitaria, nazionale regionale. Deroghe che E.On chiedeva fossero ulteriormente prolungate ma che il ministro per l’Ambiente ha cancellato definitivamente.

Per i sessanta esuberi la mobilità scatterà quindi fra 6/8 mesi e senza alcuna possibilità di reimpiego. E.On ha chiarito da tempo che non appena arriverà l’autorizzazione del governo i gruppi 1 e 2 saranno demoliti e che i lavori saranno affidati a un’impresa specializzata. Se le autorizzazioni arriveranno per tempo, E.On conta di avviare subito dopo l’intervento di bonifica dell’area, ma anche in questo caso i lavori saranno affidati a imprese specializzate.

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