La Nuova Sardegna

E Cappellacci attacca Onorato: finanzia un mio rivale alle elezioni

di Umberto Aime
E Cappellacci attacca Onorato: finanzia un mio rivale alle elezioni

Subito il patron di Moby annuncia querela contro il presidente: «Vuole distrarre l’opinione pubblica» Il capo della giunta: «Il candidato che accetta quei fondi dovrebbe vergognarsi, pronto a fare il nome»

23 gennaio 2014
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CAGLIARI. La frustata di Bruxelles gli ha fatto male. Ugo Cappellacci non se lo aspettava certo che, nel mezzo della campagna elettorale, l’Antitrust europeo condannasse la Regione per la flotta sarda. Sicuro di essere finito nel tritacarne di un complotto, a poche ore dalla sentenza si è scagliato come una furia contro tutto e tutti. L’Europa dei burocrati, lo Stato «che ci ha abbandonato» e persino i «signori dei mari», con in testa l’armatore napoletano Vincenzo Onorato (Moby e Cin-Tirrenia). Cappellacci l’ha accusato – secondo quanto gli è stato riferito da altre persone – di «finanziare la campagna elettorale a un mio avversario». Non ha fatto il nome di chi «dovrebbe vergognarsi nell’accettare quel finanziamento», ma si è detto pronto a «rivelarlo nei prossimi giorni». Ma rischia di doverlo farlo molto prima. Chiamato in causa, Onorato ha annunciato: «Ho dato mandato ai miei legali, per querelare le ridicole affermazioni di un presidente, che strumentalmente vuole distrarre l’opinione pubblica dalla multa inferta alla Regione per la flotta sarda».

Lo scontro. È stata l’accusa a Onorato il passaggio cruciale di una conferenza stampa che il governatore e candidato ha organizzato di pancia per replicare a Bruxelles e in cui ha voluto a fianco l’assessore alla sanità e vicepresidente Simona De Francisci, «perché viste le sue competenze sarà lei ad occuparsi degli schizofrenici con i quali abbiamo avuto a che fare in questa vicenda».

Il complotto. Perché per Cappellacci «qualcuno ha fatto scattare una trappola elettorale». Ecco perché. «L’istruttoria sulla Saremar e la nostra flotta è cominciata nel dicembre del 2012 per poi essere – ha continuato – accorpata a quella più generale sul trasporto marittimo e le sovvenzioni alla Tirrenia avviata nell’ottobre del 2011». Ebbene, secondo il governatore, «con sospettosa tempestività l’Antitrust europeo ha chiuso prima l’indagine più recente, quella sulla Saremar, ripeto cominciata due anni fa, e invece lasciato ancora aperta l’inchiesta-madre sulla Tirrenia». È questo travolgimento consumato a tavolino del calendario e delle date – ha detto ancora Cappellacci – che «ci porta a pensare male» e «a denunciare il sospetto di un agguato». Può essere vero, ma anche in questo caso, il presidente non ha messo però sul tavolo nomi e cognomi di mandanti ed esecutori, per poi aggiungere: «Certo il governo, in questo frangente, non si è schierato dalla parte della Sardegna ma dalla parte dei signori del mare più volte già condannati con multe pesantissime dall’Antitrust nazionale per il cartello sul caro tariffe e la distorsione della concorrenza ai danni dei consumatori nel 2011 e negli anni successivi».

La denuncia. Cappellacci ha sparato su tutti dal tavolo di Villa Devoto, ma l’unico missile terra-aria l’ha riservato a Onorato. L’accusa all’armatore di essere un finanziatore occulto della campagna elettorale di un «mio avversario candidato» (ma a un certo dell’ intervento è sembrato che abbia detto candidata) ha scatenato la dura reazione di Onorato: «Lo querelerò per diffamazione». L’annuncio però non ha zittito il governatore. Anzi, la controreplica è stata ancora più aspra: «Il signor Onorato piuttosto si guardi dal finanziare altri candidati per motivi tutt’altro che nobili. Sappia che non intimidisce e neanche intimorisce nessuno».

Il ricorso. Cappellacci ha annunciato che appena «leggeremo la sentenza», la Regione ricorrerà alla Corte di giustizia europea. «Perché l’Antitrust di Bruxelles non ha condannato l’esperimento in sè della flotta, ricordo deciso in una situazione d’emergenza per difendere la Sardegna dall’aggressione degli armatori, ma alcuni passaggi della procedura. Il rifinanziamento del capitale sociale Saremar, che «abbiamo dovuto deliberare perché la Tirrenia non ci pagava quanto dovuto, e i 10 milioni di compensazioni girati alla compagnia regionale: «Non sono stati aiuti di Stato, ma solo un finanziamento per garantire quel servizio pubblico che altri, in quegli anni, ci negavano». E infatti la conclusione di Cappellacci è stata questa: «Appena l’Europa ci darà, come speriamo, il via libera alla legge che istituisce la società in house Flotta sarda Spa, io quella flotta la farò ripartire».

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